Immagina di navigare, anche al buio, per più di 24 ore con gli scarichi del motore, su una barca sovraccarica delle persone ospitate a bordo. Immagina cosa deve essere stata la loro vita in Libia per fuggire da quel Paese, seppure in tali condizioni. Mettiti nei loro panni e rifletti.
Questo è l'invito della Open Arms, stracarica per le persone salvate in mare negli ultimi giorni, perché quanto prima le venga assegnato un porto sicuro per sbarcarle.
La nave della Ong spagnola, la scorsa notte, ha portato a termine il quinto soccorso in 72 ore, salvando circa un centinaio di persone alla deriva su una imbarcazione di legno. Dopo aver ottenuto che 2 persone potessero essere evacuate per motivi sanitari, a bordo della Open Arms restano adesso 363 naufraghi, tutte persone in fuga dalla guerra in Libia.
Nel frattempo, la Alan Kurdi è riuscita a trasferire le 78 persone a bordo sulle unità della Guardia costiera maltese.
Infine, a conferma che chi può cerca in ogni modo di fuggire dalla Libia non solo rischiando la traversata in mare, ma anche condizioni meteo avverse, questo venerdì sono sbarcate in autonomia 28 persone a Pantelleria ed altre 40, tra cui 12 donne e 7 bambini, a Lampedusa.