"Si è concluso, si sta concludendo per la verità con la conferenza stampa del Segretario generale Stoltenberg, questo Vertice NATO, che chiaramente non era un Vertice come gli altri. Particolarmente il tema dell'aggressione russa all'Ucraina e il domino di conseguenze che il conflitto ha provocato hanno, in questo anno e mezzo, messo in discussione molte delle nostre certezze. Però c'è da dire che in questo mondo sempre più incerto anche questo Vertice è riuscito a ribadire una delle certezze che abbiamo avuto in questo tempo: che è l'unità dell'Alleanza Atlantica, che è la determinazione di tutti gli alleati a difendere i propri valori, a difendere le regole del diritto internazionale, senza le quali nessuno di noi sarebbe al sicuro. Difendere il diritto internazionale, difendere la sicurezza comune è anche il modo migliore che abbiamo per difendere la sicurezza dei nostri cittadini. ...
L'Italia ha sostenuto e sostiene gli adattamenti in corsa, come dimostrano gli importanti contributi che l'Italia offre in tutto il fianco orientale e nel Mediterraneo e che sono stati anche rivendicati, nel senso che noi abbiamo rivendicato il ruolo nell'Alleanza, abbiamo rivendicato l'attenzione che in questo momento va data particolarmente al fianco orientale, ma abbiamo anche chiesto maggiore attenzione nei confronti del fianco Sud. ...
La guerra in Ucraina ha avuto, per capirci, pesanti ripercussioni soprattutto sui Paesi in via di sviluppo: penso all'Africa, torno all'Africa non perché il Governo italiano abbia una fissazione, banalmente perché è uno dei quadranti sui quali maggiormente si vedono ogni giorno le conseguenze del conflitto ucraino. Quelle conseguenze creano fattori di maggiore instabilità, in quella instabilità si inseriscono spoiler esterni e un'avanzata che noi continuiamo a vedere del fondamentalismo e inevitabilmente tutto si ripercuote anche da noi, si ripercuote in Europa e noi siamo particolarmente sensibili perché chiaramente siamo i vicini più prossimi. ...
Chiaramente per noi il tema del rapporto e del dialogo con i Paesi del Sud globale, di una cooperazione non predatoria con questi Paesi, il tema delle catene di approvvigionamento, del controllo delle catene approvvigionamento strategico, così come il tema della salvaguardia di un vantaggio tecnologico in tema di difesa che l'Alleanza ha sempre avuto, sono aspetti fondamentali su quali bisogna lavorare, bisogna lavorare insieme. Così come è importante il continuare a investire per rafforzare la nostra industria, le nostre capacità nella difesa. È ovvio, lo condividiamo tutti, la nostra libertà ha un costo, questo vale la pena di ricordarlo a chi vorrebbe che smobilitassimo, perché quello che si investe in difesa torna dieci, cento volte tanto in termini di capacità di difendere i propri interessi nazionali e quelli che dicono che dobbiamo smobilitare e, allo stesso tempo, denunciano certe ingerenze devono capire che le due cose non stanno insieme.
Noi vogliamo essere una Nazione e crediamo che l'Europa e i nostri partner debbano essere capaci di difendere il più possibile i loro interessi nazionali e questo si fa anche con la capacità che si ha di difendersi, ma non è solo un fatto di numeri. Per noi non è solo un fatto di numeri, è un altro tema che abbiamo portato all'attenzione dei nostri partner nella NATO, noi abbiamo come Italia sempre fatto la nostra parte, continueremo a fare la nostra parte, però crediamo che nell'impegno, ad esempio sul 2% di spesa dedicata alla difesa in rapporto al PIL, si debba tenere conto della progressione, della sostenibilità; e si debba tenere conto anche della responsabilità e della partecipazione al funzionamento dell'alleanza che ogni alleato assume. Lo dico da Presidente del Consiglio dei Ministri di una Nazione che con i suoi quasi 3.000 uomini è il principale contributore in termini di presenza nelle missioni di pace, nelle missioni dell'Alleanza Atlantica all'estero e credo che questo vada riconosciuto.
Ovviamente si è parlato molto di Ucraina, abbiamo oggi inaugurato questo nuovo importante Consiglio NATO-Ucraina con la presenza del Presidente Zelensky, abbiamo ascoltato l'aggiornamento del Presidente Zelensky, continuiamo a lavorare per favorire le condizioni per un processo negoziale che porti a una pace giusta, una pace duratura, una pace globale.
È evidente, per come la vediamo noi, che senza adeguate garanzie di sicurezza per l'Ucraina sia molto più difficile arrivare alla pace, atteso che, come noi sappiamo, la Russia in passato ha molto spesso violato i patti che aveva sottoscritto. Quindi il tema delle garanzie di sicurezza per l'Ucraina è un tema propedeutico anche a favorire un processo di pace. Noi abbiamo lavorato come Italia, lavoriamo per offrire queste garanzie, abbiamo sostenuto, siamo stati tra i Paesi in prima fila nel sostenere l'ingresso dell'Ucraina nell'Unione europea.
Sono stati segnati alcuni passi in avanti molto importanti e concreti in questo Vertice per il futuro accesso dell'Ucraina nella NATO. Come dicevo, è nato il Consiglio NATO-Ucraina come forum principale per la consultazione e per il processo decisionale; è stato varato un pacchetto pluriennale di sostegno pratico, il Comprehensive Assistance Package; è stato snellito il percorso di adesione all'Alleanza Atlantica, pur ribadendo che l'Ucraina entrerà a far parte della NATO quando le condizioni lo permetteranno.
Sempre in tema di Ucraina, a margine del Vertice NATO, come avete visto è stata firmata anche una dichiarazione congiunta dei leader del G7, che è una cornice plurilaterale per una rete di accordi bilaterali utili a rafforzare l'Ucraina; importante per noi perché, come sapete, noi il prossimo anno ospiteremo il G7 ed è un'occasione nella quale ovviamente intendiamo giocare un ruolo di primo piano anche sul tema della ricostruzione ...
A margine del vertice NATO e dell'iniziativa G7 ho avuto anche alcuni incontri, pull-aside e bilaterali. Dicevo, adesso vedrò il Primo Ministro della Lituania. Ho incontrato il Presidente Erdogan con il quale abbiamo parlato molto di Mediterraneo, di energia, di migrazione, di pace rispetto al conflitto. Ho parlato con il Primo Ministro Rishi Sunak. Con il Presidente Biden, che mi ha invitato alla Casa Bianca il prossimo 27 luglio. E quindi molti incontri anche bilaterali, durante questo importante Vertice.
Sono complessivamente soddisfatta del segnale che l'Alleanza Atlantica ha fornito in questi giorni, del segnale di compattezza: credo che sia la cosa più preziosa che abbiamo in questa fase. È stato un lavoro ovviamente lungo, a tratti difficile, ma siamo credo tutti molto soddisfatti e credo che anche l'Italia possa essere soddisfatta del contributo che ha portato, sia nella redazione dei numerosi documenti, delle conclusioni, sia ovviamente nel dibattito di questi giorni".
Questo quanto dichiarato da Giorgia Meloni nella conferenza stampa al termine del vertice Nato di Vilnius. E stavolta, dopo settimane, la premier non potuto evitare le domande della stampa, che hanno riguardato anche, se non per lo più, la situazione politica interna all'Italia. Di seguito ne sono riportate le più significative.
Cosa sta accadendo tra Governo e magistratura?
Per quello che riguarda i temi di politica interna, ma guardi ovviamente me l'aspettavo questa domanda e approfitto per fare un po' di chiarezza perché chiaramente sono passati molti giorni, ci sono state molte polemiche e ho letto molte cose abbastanza curiose.
Voglio dirle questo: non c'è dal mio punto di vista alcun conflitto con la magistratura, non c'è sicuramente da parte mia. Chi, diciamo così, confida nel ritorno dello scontro tra politica e magistratura che abbiamo visto in altre epoche, temo che rimarrà deluso.
Noi abbiamo un programma, abbiamo un programma chiaro, abbiamo un mandato che ci è stato dato dai cittadini, lo realizzeremo perché siamo persone che mantengono gli impegni e perché conveniamo, penso tutti, sul fatto che in Italia la giustizia abbia bisogno di correttivi che vada resa più veloce, che vada resa più efficiente, che abbia necessità di essere e di apparire imparziale.
Mi ha sorpreso che in queste ore alcune dichiarazioni dell'Associazione Nazionale dei Magistrati, in cui si sono collegati questi obiettivi - che sono dichiarati, iscritti al nostro programma e che sono storicamente il nostro programma della giustizia - a uno scontro tra governo e magistratura. Quasi come se queste nostre posizioni, che sono appunto posizioni che portiamo avanti da sempre, avessero una sorta di intento punitivo da parte del governo nei confronti della magistratura e non capisco sinceramente se rafforzare la terzietà del giudice - che è il motivo che muove ad esempio il tema della separazione tra le carriere - è un modo per aggredire la magistratura? Io su questo non sono d'accordo. ...
Quindi consiglio prudenza, ma in ogni caso sono due materie completamente diverse, occorre distinguere e non c’è alcuna volontà da parte del Governo di aprire un conflitto, noi intendiamo mantenere gli impegni che abbiamo preso con gli italiani, questi sì, e non intendiamo farlo contro i magistrati, anzi. Speriamo di poterlo fare con il contributo dei magistrati. ...
La questione del Sottosegretario Delmastro è una questione che, obiettivamente, mi ha molto colpito, è sicuramente una questione politica, Delmastro è Sottosegretario alla giustizia, quindi, riguarda un esponente del governo nell'esercizio del suo mandato. Nei suoi confronti viene disposta una imputazione coattiva contro il parere del pubblico ministero, tra l'altro di una procura non esattamente abituata a fare sconti e per come la vedo io - intanto ho chiesto quanti fossero i casi di imputazione coattiva nel nostro ordinamento, mi è stato risposto che sono irrilevanti sul piano statistico - per come la vedo io in un processo di parti e terzietà del giudice, significa che il giudice non dovrebbe sostituirsi al PM imponendogli di formulare l'imputazione quando questi non intende esercitare l'azione penale, lo dico perché credo che queste siano il senso delle dichiarazioni del Ministero della Giustizia sul tema in questione, e questo per quello che riguarda la vicenda Delmastro.
Sulla questione del Ministro Santanchè, la questione non è, invece, una questione politica nel senso una questione extra politica che riguarda la sua attività, il suo ruolo di imprenditore non il suo ruolo di Ministro, che tra l'altro sta secondo me svolgendo molto bene. È sicuramente una questione molto complessa che va vista nel merito quando il merito sarà complessivamente conosciuto, ma credo anche che il merito competa alle aule di tribunale e non alle trasmissioni televisive. Qui qual era l'anomalia? L'anomalia nella vicenda del ministro Santanchè sta nel fatto che al ministro non viene notificata l'indagine, ma quella stessa indagine viene notificata a un quotidiano nel giorno in cui il ministro Santanchè va a riferire in Aula.
Io non penso che questo sia normale. Chiedo a voi, ipoteticamente, se pensiate che sia normale, perché se fosse normale noi avremmo un problema vero in tema di stato di diritto.
Questa è la questione che io ho posto, non è nel merito, il merito si vedrà, si valuterà quando si conoscerà nella sua complessità, ma sul piano della procedura qualcosa non funziona. E sa qual è il problema? Che quando qualcosa non funziona sul piano della procedura diventa anche più difficile valutare serenamente il merito.
Quando la questione diventa politica, perché un ministro si ritrova su un quotidiano un’indagine che non le era stata notificata nel giorno in cui deve andare a riferire in aula, peraltro pubblicata sul quotidiano di proprietà di un imprenditore che secondo me non è esattamente nella posizione di fare la morale sui debiti, qualcosa non funziona.
Qualcosa non funziona e quindi io segnalo un problema di procedura. Ok? E questa è la questione.
Per quello che riguarda il caso di Leonardo La Russa è ancora completamente diversa, voglio dire qui che comprendo molto bene da madre la sofferenza del Presidente del Senato di Ignazio La Russa anche se non sarei intervenuta.
Nel merito della vicenda, io tendo a solidarizzare per natura con una ragazza che ritiene di denunciare e non mi pongo il problema dei tempi.
Però, anche qui poi, bisogna andare nel merito, capire esattamente cosa sia accaduto e qui davvero mi auguro che la politica possa restarne fuori. Quello che posso fare io è ricordare che, come Governo, noi abbiamo approvato qualche settimana fa un disegno di legge sulla violenza contro le donne che è stato apprezzato come importante passo avanti nei confronti delle vittime e da sempre è il nostro lavoro che parla per noi. ...
Buonasera Presidente. La porto sul PNRR. Ieri c'è stata la Cabina di regia che ha deciso le modifiche che comunque richiederanno una trattativa con la Commissione. In caso di slittamento ai primi mesi dell'anno prossimo questo le creerà problemi per il bilancio dello Stato e per la Legge di Bilancio e poi la terza rata se invece arriva perché ormai è ritardo di diversi mesi?
Presidente Meloni: Sono contenta di questo ottimismo, sono più ottimista di lei. Sono più ottimista di lei sia sul pagamento della terza rata sia sulle modifiche alla quarta. Noi stiamo continuando a lavorare con la Commissione, ho parlato anche con la Presidente von der Leyen che pure ringrazio, il Ministro Fitto sta facendo secondo me un ottimo lavoro, la Commissione ha dichiarato oggi che il lavoro col Governo italiano è proficuo, va avanti, sta dando i suoi frutti, quindi diciamo che, se posso dire con sincerità, vedo molto più allarmismo sul fronte italiano che fuori dai nostri confini europei. Non so quanto aiuti francamente questa polemica, non so quanto aiuti la polemica dell'opposizione, capisco, per carità io ho fatto opposizione una vita, ho grande rispetto, però bisogna ricordare che noi lavoriamo, nel caso particolarmente della terza rata, ma anche in tema di modifiche alla quarta, su un Piano che non avevamo scritto noi, che era stato scritto due governi fa, ci sono alcune cose che per la Commissione non vanno bene, ma non credo si possano imputare a noi, quindi noi stiamo cercando di risolvere, di fare il nostro meglio e ogni tanto piacerebbe vedere che si dà una mano invece di fare questo allarmismo che sicuramente non ci aiuta non tanto agli occhi della Commissione ma magari agli occhi di altri osservatori che sono comunque importanti.