«Il Presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha perso una ottima occasione per tacere. In una intervista a un quotidiano tedesco si è lasciato andare a battute stupide - non trovo termine migliore - contro i Paesi del sud Europa a cominciare dall'Italia e dalla Spagna. Penso che gente come Dijsselbloem, che pure appartiene al partito socialista europeo anche se forse non se ne è accorto, non meriti di occupare il ruolo che occupa. E prima si dimette meglio è. Per lui ma anche per la credibilità delle istituzioni europee.
Se vuole offendere l'Italia lo faccia al Bar Sport sotto casa sua, non nel suo ruolo istituzionale.»

Con queste parole il candidato alla segreteria del PD, Matteo Renzi, ha commentato il passaggio di un'intervista rilasciata il 20 marzo al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemaine Zeitung dal presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem che aveva affermato che i Paesi dell'Europa mediterranea che ricevono dall'Unione flussi di finanziamenti li spendono in donne e alcool.

Non meno dura la replica del premier portoghese Antonio Costa, che ha definito le dichiarazioni di Dijsselbloem «razziste, xenofobiche e sessiste», aggiungendo che «l'Europa sarà credibile come progetto comune solo nel giorno in cui il signor Dijsselbloem smetterà di essere a capo dell'eurogruppo e si scuserà profondamente con tutti i Paesi e le persone che ha offeso con le sue affermazioni.»

Dijsselbloem, nato in Olanda nel 1966 ed iscritto al Partito del Lavoro, è stato ministro delle Finanze del governo olandese e dal gennaio 2013 è presidente dell'Eurogruppo.

Questo il passaggio dell'intervista alla FAZ che ha scatenato le reazioni di Italia, Spagna e Portogallo. Dopo aver parlato della solidarietà dimostrata nei confonti della Grecia, Jeroen Dijsselbloem ha poi aggiunto: «Come socialdemocratico, credo che la solidarietà sia estremamente importante. Chi la richiede, però, ha anche degli obblighi. Non posso spendere tutti i miei soldi in alcol e donne e poi chiedere il vostro sostegno. Questo principio vale a livello personale, locale, nazionale ed anche europeo».

Dopo le proteste, sono arrivate le precisazioni tramite le parole del portavoce di Dijsselbloem che ha parlato di equivoco ed interpretazione sbagliata: «Dijsselbloem non si riferiva ad uno specifico paese o ad un gruppo di paesi. Le su parole sono destinate a tutti i paesi della zona euro. La solidarietà viene però fornito con degli obblighi. Dobbiamo attenerci perciò alle nostre regole di bilancio. Questo è importante a livello personale, nazionale e internazionale».