Cronaca

In base ai dati dell'Istat è sottostimato il numero ufficiale dei decessi causati dalla Covid-19

Al 4 maggio è arrivato a 211.938 il totale dei contagi da Covid in Italia, 1.221 nuovi casi rispetto a ieri, mentre sono 99.980, con un calo di 199 assistiti da domenica, i positivi.

Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 37.307 in Lombardia, 15.562 in Piemonte, 8.984 in Emilia-Romagna, 7.234 in Veneto, 5.279 in Toscana, 3.508 in Liguria, 4.385 nel Lazio, 3.206 nelle Marche, 2.711 in Campania, 1.165 nella Provincia autonoma di Trento, 2.945 in Puglia, 2.202 in Sicilia, 1.050 in Friuli Venezia Giulia, 1.837 in Abruzzo, 636 nella Provincia autonoma di Bolzano, 181 in Umbria, 653 in Sardegna, 110 in Valle d'Aosta, 674 in Calabria, 173 in Basilicata e 178 in Molise.

Tra i positivi 1.479 sono in cura presso le terapie intensive, 22 pazienti in meno rispetto a ieri, 16.823 sono ricoverati con sintomi (-419) e 81.678 sono in isolamento, senza sintomi o con sintomi lievi. 82.879 sono le persone guarite, con un incremento di 1.225 rispetto alle ultime 24 ore.

Rispetto a ieri i deceduti sono 195 ed il totale arriva adesso a 29.079.



Quest'oggi, l'Istat e l'Istituto Superiore di Sanità (Iss) hanno pubblicato un rapporto sul tasso di mortalità al primo trimestre 2020, relativo a 6.866 comuni (l'87% dei 7.904 comuni presenti in Italia).

"L'obiettivo - ha dichiarato l'Istat - è fornire una lettura integrata dei dati epidemiologici di diffusione dell'epidemia di Covid-19 e dei dati di mortalità totale acquisiti e validati da Istat. I principali risultati sono presentati a livello provinciale e per aggregazioni di province, sia per criteri di natura amministrativa (regioni, ripartizioni) sia sulla base del grado di diffusione dell'epidemia Covid-19 nelle province stesse, rispetto a tre classi individuate."

"L'ampia base di dati raccolti - ha dichiarato l'istituto di satatistica - consente di valutare gli effetti dell'impatto della diffusione di Covid-19 sulla mortalità totale per genere ed età nel periodo iniziale e di più rapida diffusione del contagio: marzo 2020.

Questi alcuni dei dati rilevati: a Bergamo si è avuto un incremento del +568% nel numero dei morti dal 20 febbraio al 31 marzo 2020, rispetto alla media dello stesso periodo registrata tra il 2015 e il 2019; a Cremona l'incremento è stato del 391,89%; a Lodi del 370,6%; a Brescia del 290,6 %; a Piacenza del 264%...

"Considerando il mese di marzo, si spiega nel Rapporto, si osserva a livello medio nazionale una crescita del 49,4% dei decessi per il complesso delle cause. Se si assume come riferimento il periodo che va dal primo decesso Covid-19 riportato al Sistema di Sorveglianza integrata (20 febbraio) fino al 31 marzo, i decessi passano da 65.592 (media periodo 2015-2019) a 90.946, nel 2020. L'eccesso dei decessi è di 25.354 unità, di questi il 54% è costituito dai morti diagnosticati Covid-19 (13.710)".

Quindi?

Il direttore del dipartimento Malattie infettive dell'Iss Gianni Rezza, spiega così gli altri 11.600 decessi oltre la media: una ulteriore mortalità associata a Covid-19, nei casi in cui non è stato eseguito il tampone; una mortalità indiretta correlata a Covid-19, in decessi causati da disfunzioni di altri organi; una mortalità indiretta non correlata al virus ma causata dalla crisi del sistema ospedaliero nelle aree maggiormente affette".

Autore Giuseppe Serrone
Categoria Cronaca
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