Vescovi latinoamericani inviino missionari in Amazzonia
Legato a questo è il tema “l’inculturazione della ministerialità” (85-90) su cui la Chiesa deve dare una risposta “coraggiosa”. Per il Papa va garantita “una maggiore frequenza della celebrazione dell’Eucaristia”. Al riguardo, ribadisce, è importante “determinare ciò che è più specifico del sacerdote”. La risposta, si legge, è nel sacramento dell’Ordine Sacro che abilita solo il sacerdote a presiedere l’Eucaristia. Come dunque “assicurare il ministero sacerdotale” nelle zone remote? Francesco esorta tutti i vescovi, specie latinoamericani, “a essere più generosi”, orientando quanti “mostrano una vocazione missionaria” a scegliere l’Amazzonia e li invita a rivedere la formazione dei presbiteri.
Favorire un protagonismo dei laici nelle comunità
Dopo i Sacramenti, Querida Amazonia si sofferma sulle “comunità piene di vita” (91-98) in cui i laici devono assumere “responsabilità importanti”. Per il Papa, infatti, non si tratta “solo di favorire una maggiore presenza di ministri ordinati”. Un obiettivo “limitato” se non si suscitasse “una nuova vita nella comunità”. Servono, dunque, nuovi “servizi laicali”. Solo attraverso “un incisivo protagonismo dei laici”, ribadisce, la Chiesa potrà rispondere alle “sfide dell’Amazzonia”. Per il Pontefice un posto speciale hanno pure i consacrati, mentre ricorda il ruolo delle comunità di base che hanno difeso i diritti sociali e incoraggia in particolare l’attività della REPAM e dei “gruppi missionari itineranti”.
Nuovi spazi alle donne, ma senza clericalizzazioni
Uno spazio a sé, il Papa lo dedica alla forza e al dono delle donne (99-103). Riconosce che in Amazzonia alcune comunità si sono sostenute solo “grazie alla presenza di donne forti e generose”. Avverte però che non si deve ridurre “la Chiesa a strutture funzionali”. Se fosse così, infatti, si accorderebbe loro un ruolo solo se avessero accesso all’Ordine Sacro. Per il Papa va rifiutata la clericalizzazione delle donne, accogliendo invece il contributo secondo il modo femminile che prolunga “la forza e la tenerezza di Maria”. Incoraggia il sorgere di nuovi servizi femminili, che - con un riconoscimento pubblico dei vescovi - incidano nelle decisioni per le comunità.


Così Vatican News commenta una delle parti dell'Esortazione Apostolica Postsinodale Querida Amazonia, diffusa quest'oggi dalla Sala stampa vaticana, che più di altre era attesa, anche dopo le polemiche seguite alla pubblicazione del libro del cardinale Sarah.

Quello che tutti erano impazienti di sapere era se il Papa avrebbe o meno aperto alla possibilità di ordinare sacerdoti anche uomini sposati - ovviamente adeguatamente preparati e che avessero dato prova già in passato della loro fede - per far fronte alla carenza di sacerdoti nella regione amazzonica. 

L'argomento della mancanza di sacerdoti viene trattato nell'ultimo capitolo dell'Esortazione a partire dall'inculturazione della ministerialità. Di "viri probati", anche sposati, che possano diventare sacerdoti non c'è traccia, anche se, velatamente, il Papa, pur non parlandone apertamente, non chiude la questione, lasciando una porta aperta per il futuro.

Va da sé, però, che coloro che speravano che Francesco desse seguito alle proposte dei vescovi riassunte nel documento conclusivo del Sinodo, che in relazione all'apertura della Chiesa cattolica ai cosiddetti preti sposati - almeno in relazione a determinate circostanze - si erano detti favorevoli, sono certamente rimasti delusi. 

Un passo indietro del Papa? Rispetto a quanto aveva dichiarato in passato sull'argomento non si direbbe. Piuttosto, è più opportuno ritenere che un passo troppo avanti lo avessero fatto coloro che avevano ritenuto che Bergoglio potesse creare un precedente, anche solo per l'Amazzonia, sulla base del diverso modo con cui aveva affrontato altri temi caldi rispetto ai suoi predecessori.