Il servizio di trasporto pubblico ATAC di Roma è talmente inefficiente che nel 2022 “si contano circa 43 mila corse perse sulla metro (52 mila nel 2020, 34 mila nel 2019) e 976 mila sulla rete di superficie (1,1 milioni nel 2020 e 1,6 milioni nel 2019).
Tra le principali cause, vi sono guasti ai treni e mancanza di materiale rotabile, indice della scarsità delle attività di manutenzione”. (AcoS - Agenzia per il Controllo e la Qualità dei Servizi Pubblici Locali di Roma Capitale)
Nonostante questi risultati disastrosi, dopo proproghe su proroghe dal 2019, il Comune di Roma alla fine del 2023 ha rinnovato con ATAC fino al 2027 con affidamento “in house”, cioè senza bando e senza gara.
Una nota dell’assessore alla mobilità di Roma Capitale, Eugenio Patanè (PD), rassicurava tutti dichiarando che “sono state evidenziate le ragioni e la sussistenza dei requisiti previsti dal diritto dell'Unione Europea per l’affidamento”.
Unici a votare contro furono i consiglieri di Italia Viva, Valerio Casini e Francesca Leoncini.
Dinanzi ad una tale mostruosità è intervenuta l'Autorità Antitrust ed è di questi giorni il suo 'verdetto' con conseguente ricorso al TAR Lazio.
In particolare, l’Autorità ha rilevato che:
- le procedure svolte da Roma Capitale “non siano sufficienti né idonee ad assolvere agli oneri istruttori e motivazionali richiesti ... sia con riguardo agli aspetti quantitativi e qualitativi dell’offerta, sia in merito alle ragioni economico-finanziarie dell’affidamento in house, anche tenuto conto dei risultati delle precedenti gestioni da parte del medesimo operatore”
- l'ipotesi che l'affidamento in house consenta di “instaurare rapporti sinergici” tra le parti è “fallace e inidonea a giustificare” questa forma di affidamento. Perché 2016 al 2019 ATAC “ha pagato ogni anno penali per il mancato raggiungimento degli obiettivi contrattuali in un range del 1,36%-0,79% dell’intero corrispettivo da Contratto di Servizio, ovvero tra i 6,1 e i 3,8 milioni di euro l’anno”.
- i finanziamenti PNRR destinati ad ATAC 'in house' cioè senza gara nè bando “ben potrebbero essere dirottati su eventuali operatori diversi dall’attuale gestore, considerato che il soggetto attuatore dei fondi Pnrr è proprio Roma Capitale”
- “l’attuale contratto di servizio, non risulta essere stato sinora in grado di generare vantaggi di efficienza nella gestione del servizio o risparmi per l’amministrazione”, ma il Campidoglio “non ha fornito alcuna evidenza a supporto delle stime fornite, ma solo generici riferimenti al miglioramento della flotta e delle politiche di mobilità”.
Una debalce totale per la Commissione Speciale PNRR presieduta dal professore Giovanni Caudo, leader di Roma Futura, "la sinistra che vuole cambiare", e per la Giunta del Sindaco Roberto Gualtieri, esponente del PD ed ex ministro del Governo Conte.
Questo è il comunicato (link) del capogruppo di Italia Viva, Valerio Casini, che da tempo di batte "per garantire all'utenza le condizioni minime di qualità del servizio erogato".
"Secondo l'Antitrust l'Assemblea Capitolina ad ottobre del 2023 ha preso una decisione sbagliata, quella cioè di affidare nuovamente il servizio del trasporto pubblico locale dal 2024 al 2027 direttamente ad Atac senza una gara pubblica.
Noi crediamo che ATAC non abbia garantito e non garantisca i livelli minimi di erogazione del servizio all'utenza.
Continui disservizi, malfunzionamenti, guasti, mancata manutenzione.
ATAC non funziona e siamo stati gli unici a dirlo e siamo stati gli unici a votare contro quella proroga.
Noi vogliamo il cambiamento, noi vogliamo una gara pubblica per il servizio del trasporto pubblico e a dirlo finalmente non siamo solo noi perché è di questi giorni la notizia che un parere di gennaio 2024 dell'Autorità Antitrust ha invitato il Comune di Roma a valutare la possibilità di ricorrere alla concorrenza per il trasporto pubblico locale.
L'Antitrust ha espresso forti preoccupazioni per quella "motivazione qualificata" che avrebbe consentito al Comune di affidare nuovamente ad ATAC e infine suggerisce la gara pubblica attraverso la divisione in lotti.
Noi come Italia Viva siamo contenti di questo parere espresso dall'Antitrust e vogliamo andare avanti in Campidoglio per questa battaglia per la messa a gara del servizio e, soprattutto, per garantire all'utenza le condizioni minime di qualità del servizio erogato."