In un comunicato del 21 dicembre, l'ANAC di Cantone ha pubblicato la delibera sul conflitto di interesse per la nomina del capo della Direzione Turismo di Roma Capitale.

L'ANAC era stata chiamata a giudicare nel merito in seguito ad un esposto della Direr, su un possibile conflitto di interessi del dott. Raffaele Marra, direttore del dipartimento Organizzazione e Risorse umane di Roma Capitale, in relazione alla nomina a capo della direzione Turismo del fratello, Renato Marra.

A seguito di ciò l'ANAC ha chiesto al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (Rpct) di Roma Capitale una relazione che ripercorresse l’iter della nomina.

A seguito dell’esame della relazione, il Consiglio dell’Anac ha ritenuto configurabile il conflitto di interessi. Tale situazione, secondo l’Autorità, sussiste sia nel caso in cui il dirigente abbia svolto un mero ruolo formale nella procedura, che nell’eventualità di una sua partecipazione diretta all’attività istruttoria.

Nella delibera n. 1305 del 21 dicembre 2016, l'ANAC ha considerato i seguenti elementi:

a) la relazione del RPCT di Roma Capitale, secondo la quale lo statuto di Roma Capitale e il regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi, in aderenza alle disposizioni del TUEL, riservano il conferimento di incarichi dirigenziali esclusivamente alla Sindaca;

b) la dichiarazione della Sindaca di Roma Capitale nella quale si afferma di aver compiuto da sola l’istruttoria relativo al conferimento degli incarichi dirigenziali;

c) la dichiarazione della Sindaca nella quale si afferma la conoscenza, ab initio, della situazione di potenziale conflitto di interessi del Marra Raffaele.

"La dichiarazione della Sindaca sulla piena conoscenza, fin dall'inizio, della situazione di potenziale conflitto di interessi del dott. Raffaele Marra relativamente alla posizione del fratello Renato potrebbe far presupporre una precedente dichiarazione, in tal senso a Lei resa, dal dott. Marra (Raffaele).

In ogni caso dalla dichiarazione si ricava che la situazione di palese conflitto di interessi era conosciuta dalla Sindaca.

Una tale dichiarazione, però, non è sufficiente per rimuovere il conflitto. Il d.p.R. n. 62/2013 prevede, infatti, che l’organo che viene a conoscenza, attraverso la dichiarazione o in altro modo, della situazione di conflitto di interessi, disponga ogni misura volta ad evitare ogni partecipazione del funzionario a procedimenti nei quali egli possa trovarsi in una tale situazione ( in tal senso la citata AG 11/2015/AC).

Nel caso specifico la Sindaca, consapevole del conflitto, avrebbe dovuto esonerare il dott. Marra da ogni partecipazione, anche se solo meramente pedissequa, all’atto di nomina del fratello Renato."

L'ANAC ha trasmesso la delibera alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, alla struttura comunale competente per l’accertamento della eventuale responsabilità disciplinare e alla Procura regionale della Corte dei conti e all’Ispettorato della funzione pubblica per  le questioni relative all’inquadramento del dottor Marra nei ruoli della dirigenza di Roma Capitale.

Il nuovo ed ennesimo colpo di scena, che segue l'ormai quotidiana querelle ingaggiata dal Partito Democratico e dai media ad esso collegati nei confronti del comune di Roma a guida 5 Stelle, indica la possibilità di sviluppi giudiziari nei confronti di Virginia Raggi con l'invio di un possibile avviso di garanzia, anche solo come atto dovuto.

Ed in questo caso, è impossibile negarlo, è la stessa Virginia Raggi che da sola si è messa alle corde. Ha fatto tutto lei, con l'unica scusante - se scusante può essere per un amministratore pubblico - di essersi fidata di una persona, Raffaele Marra, che fiducia non ne meritava.

Adesso c'è da chiedersi se i 5 Stelle continueranno nella loro linea di difesa nei confronti di Virginia Raggi oppure se alzeranno bandiera bianca, togliendole il simbolo oppure invitandola a dimettersi.