Bambini prelevati dopo il rifiuto dei genitori di somministrare un farmaco psicotropo al figlio.
Sabato mattina in Piazzetta Vescovado a Brescia sarà presente un tavolo informativo sul caso dei 4 bambini sottratti alla loro famiglia.
Sono stati allontanati dai loro genitori. Si erano rifiutati di continuare a somministrare uno stabilizzatore dell'umore al figlio maggiore vedendolo sempre più in difficoltà .
In seguito ad un calo dei voti scolastici, lo avevano anche ritirato dal centro diurno che frequentava come da indicazioni del centro di assistenza sociale.
Prima dell'allontanamento, i bambini erano sereni, andavano bene a scuola, facevano attività extrascolastiche ed erano ben curati. Questo è stato confermato persino dai Servizi Sociali: "sono state riconosciute [ai genitori] una serie di competenze, quali l'impegno affinchè i figli facessero attività sportive e musicali oltre la scuola, l'attenzione a cure dentistiche/odontoiatriche, ecc."
Il dramma della famiglia
Il calvario di questa famiglia inizia nella primavera del 2016. Quando la mamma decide di togliere i bambini dal Centro, viene minacciata di perdere bambini.
Il papà e la mamma sono increduli di fronte a questa minaccia, ma poco dopo i Servizi Sociali inviano una segnalazione al Tribunale per i minorenni, aggiungendo che i genitori rifiutano di dare psicofarmaci al figlio.
La famiglia si rivolge a un avvocato in gratuito patrocinio. I genitori vengono convocati in Tribunale ma non si presentano per ben due volte (come risulta dalla documentazione, in entrambi i casi si tratta di un errore dell'avvocato, che omette di comunicare alla famiglia).
Il Tribunale, di fronte alla latitanza dei genitori, senza alcuna istruttoria e senza prove accertate di abusi o maltrattamenti, ordina l'allontanamento dei bambini dalla famiglia.
E non allontana solo il ragazzo "malato" ma anche gli altri tre bambini. I quattro fratelli vengono addirittura separati: il più grande a Verona e gli altri tre a Brescia.
Gli stessi Servizi Sociali, come dichiarato espressamente dall'assistente sociale ai genitori, sono stupiti del decreto di allontanamento: una decisione così grave e invasiva, come la disintegrazione di una famiglia e la violazione degli affetti familiari, viene decretata senza alcun fatto grave e accertato, ma sulla sola segnalazione dei servizi che, paradossalmente, è stata di recente superata, se "al momento non sarebbe necessaria alcuna terapia farmacologica".
Il parere del CCDU
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani ritiene che, essendo decaduta la questionabile motivazione del rifiuto agli psicofarmaci, le uniche motivazioni dell'allontanamento sono le difficoltà relazionali dei/con i genitori che, secondo quanto condiviso dall'assistente sociale con la psicologa dell'ASST (Azienda Socio Sanitaria Territoriale) «sarebbero ascrivibili ai problemi psichiatrici del padre e ai "tratti paranoidei" della madre».
Non ci sono maltrattamenti nè pregiudizi accertati sui bambini, mentre il riferimento ai presunti problemi psichici dei genitori appare quantomeno campato per aria: il padre avrebbe sofferto di depressione parecchi anni fa ma poi ne è uscito, mentre non risultano diagnosi di sorta nei confronti della madre.
Si tratta di un film già visto: le cosiddette diagnosi psichiatriche, come documentato in maniera definitiva nel celebre esperimento di Rosenhan, non sono sostenute da alcun esame oggettivo e sono caratterizzate da ampi margini di discrezionalità e soggettività .
Non dovrebbero avere valore di prova nelle aule dei tribunali, tantomeno quando siano in gioco il bene, l'unità e la serenità di una famiglia con bambini piccoli."
L'appello alle istituzioni.
Il CCDU ha redatto un appello al Sindaco, e ora 200 cittadini preoccupati chiedono un intervento per tutelare questi bambini e aprire un'inchiesta sull'operato dei funzionari coinvolti.
La famiglia ha ora deciso di rivolgersi all'avvocato Francesco Miraglia del foro di Roma. L'avvocato ha chiesto immediatamente un incontro con i servizi per capire qual è il progetto per i bambini. Conosciamo tutti i vari percorsi e accertamenti sui genitori, ma cosa si vuole fare per tutelare i bambini? I servizi non hanno ancora risposto.
Le attività del comitato
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus, è un'organizzazione di volontariato non a scopo di lucro, finalizzata alla difesa dei Diritti Umani nel campo della Salute Mentale.
Le funzioni del CCDU sono unicamente quelle di fungere da organo di controllo, scoprendo e denunciando le violazioni psichiatriche dei Diritti Umani nel campo della Salute Mentale.
Il CCDU è stato fondato in Italia nel 1979 ed è diventato una Onlus nel 2004. Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus è un'organizzazione indipendente ed è collegato ideologicamente al CCHR (Citizen Commission on Human Rights), che ha sede a Los Angeles. Il CCHR International è stato fondato nel 1969 dalla Chiesa di Scientology e dal professor Thomas Szasz, professore emerito di psichiatria all'Università di Syracuse, Stato di New York e autore di fama internazionale.
A quel tempo le vittime della psichiatria erano una minoranza dimenticata, segregate in condizioni terribili nei manicomi sparsi nel mondo. In seguito a cià², il CCHR elaborಠuna "Dichiarazione dei Diritti Umani sulla Salute Mentale" che è diventata la linea guida per le riforme nel campo della salute mentale.
La campagna informativa del CCDU è sostenuta da Scientology, religione fondata da L. Ron Hubbard, come attività di riforma sociale, non confessionale e non a scopo di proselitismo.