Niente come un virus mostra che il re capitalista è nudo. La sanità pubblica è stata spesso considerata un peso, un elefante da alleggerire, destinatario di risorse inutili. In Italia abbiamo 5,5 infermieri per 1000 abitanti quando la media Ocse è di 8,9. A pagare, anche nella nostra provincia, sono stati ospedali, ambulatori, consultori.

Dalla metà degli anni Novanta a oggi, i posti-letto pubblici della Lombardia sono stati dimezzati, mentre quelli privati aumentavano in proporzione. Le strutture di ricovero pubbliche e private ormai si equivalgono per numero: e a Milano, Como e Bergamo prevalgono anzi quelle private. È il modello Formigoni: privatizzazione selvaggia, arricchimento privato sulla pelle della salute pubblica.

Con la Moratti al timone della sanità si favorirebbero i privati, sarebbe la fine del SSN, mancano i medici. 

I dati documentano infatti che siamo di fronte alla progressiva espansione di un servizio sanitario ‘parallelo’ che sottrae denaro pubblico per alimentare anche profitti privati, senza alcuna connotazione di reale integrazione rispetto a quanto già offerto dai livelli essenziali di assistenza. 

La sanità è stata fortemente penalizzata da continui tagli alle spese e al personale. ITALEXIT ha un programma sulla sanità molto chiaro, basta ai tagli di spesa e si concentrerà in particolare sul rilancio della sanità territoriale, devastata dalle politiche dei governi degli ultimi decenni, con conseguenze drammatiche che sono prepotentemente emerse con lo scoppio dell'emergenza Covid.

Le politiche sanitarie messe in atto dai governi di questi ultimi due anni e mezzo hanno fatto strame di diritti costituzionalmente garantiti, a partire da quelli contenuti negli artt. 4 e 32. Milioni di cittadini che per legittima scelta e principio di precauzione si sono rifiutati di sottoporsi a trattamenti farmacologici, peraltro autorizzati in via emergenziale e ancora sperimentali, sono stati vittime di decisioni governative che li hanno esclusi in particolare dal mondo del lavoro e dell’ università, e li hanno limitati fortemente nel loro diritto alla libera circolazione. Oltre a essere costante oggetto di sentimenti di astio e riprovazione da parte della collettività fomentati da una pletora di servili mezzi di comunicazione.