La Russia risponderà duramente, se il regime di Kiev continuerà a tentare di effettuare attacchi terroristici sul territorio russo, ha dichiarato lunedì il presidente Vladimir Putin."Se i tentativi di portare a termine attacchi terroristici sul nostro territorio dovessero continuare, le risposte della Russia saranno dure e per la loro portata corrisponderanno al livello delle minacce create per la Federazione. Nessuno deve avere dubbi al riguardo".Con i suoi atti, il regime di Kiev si è messo sullo stesso livello delle organizzazioni terroristiche internazionali e, quindi, questi crimini semplicemente non possono essere lasciati senza risposta, ha precisato il presidente russo, aggiungendo che "questa mattina, su suggerimento del ministero della Difesa, in base ad un piano dello stato maggiore, è stato lanciato un massiccio attacco con armi di precisione aeree, marittime e terrestri a lungo raggio contro il comando militare, gli impianti che forniscono energia e contro le strutture di comunicazione dell'Ucraina".Il presidente ha incaricato il ministro della Difesa "di riferire sui risultati".Questo è quanto ha dichiarato Putin in una pausa dei lavori del Consiglio di sicurezza russo che si è riunito lunedìAlla riunione del Consiglio di sicurezza russo hanno partecipato il primo ministro Mikhail Mishustin, i presidenti di entrambe le camere del parlamento Valentina Matviyenko e Vyacheslav Volodin, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev, il capo dell'amministrazione presidenziale Anton Vaino, il segretario del Consiglio di sicurezza Nikolay Patrushev, il ministro degli interni Vladimir Kolokoltsev, degli esteri Il ministro Sergey Lavrov, il ministro della Difesa Sergey Shoigu, il direttore del servizio di sicurezza federale Alexander Bortnikov, il direttore del servizio di intelligence estero Sergey Naryshkin e il rappresentante presidenziale speciale russo per la protezione ambientale, l'ecologia e i trasporti Sergey Ivanov.Dopo il discorso del presidente, la riunione è proseguita a porte chiuse.
Con questa notizia, l'agenzia Tass ha confermato quanto già era comunque chiaro a tutti, cioè che gli attacchi di questa mattina portati dalla Russia su tutto il territorio dell'Ucraina sono da considerarsi una ritorsione per "l'affronto" subito da Putin in relazione all'attacco al ponte di Crimea.
Inutile disquisire sulla logica con cui Putin ha cercato di giustificare l'ennesimo attacco sull'Ucraina che, oltretutto, ha causato la morte anche di numerosi civili, oltre che la distruzione di residenze e strutture che nulla avevano a che fare con la guerra.
Quel che invece è da sottolineare è che queste dichiarazioni e quelle precedenti di Zelensky confermano che è prevedibile un ulteriore escalation nel conflitto.
E se questo non dovesse essere sufficiente a dimostrare l'ingarbugliarsi della guerra in corso, allora si possono aggiungere anche le dichiarazioni odierne del presidente bielorusso Alexander Lukashenko:
"Ho già detto che l'Ucraina oggi non sta solo ipotizzando, ma sta pianificando attacchi sul territorio bielorusso. Ovviamente, gli ucraini non ne hanno assolutamente bisogno. Ebbene, perché dovrebbero aprire un secondo fronte sui nostri confini meridionali, sui loro confini settentrionali? Dal punto di vista militare questa è una follia", riporta l'agenzia di stampa BelTA citando le parole di Lukashenko."Tuttavia, il processo è iniziato. Sono stati spinti dai loro sostenitori a scatenare una guerra contro la Bielorussia per trascinarci dentro e affrontare contemporaneamente Russia e Bielorussia".
Il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, ha però fatto sapere che Kiev non si attende, né adesso e neppure nell'immediato futuro, alcuna nuova offensiva dalla Bielorussia.