In corrispondenza alla conclusione delle operazioni di evacuazione dei civili afgani effettuate dall'Italia a Kabul, si sono concluse anche a Fiumicino quelle relative all'accoglienza dei profughi provenienti dall'Afghanistan.
Dal 27 agosto fino al termine del ponte aereo umanitario tra l'Afghanistan e l'Italia, un team di Save the Children e della Cooperativa CivicoZero Roma ha operato continuativamente presso il Terminal 5 dell'aeroporto romano, partecipando alle operazioni di accoglienza di 800 profughi afghani appena arrivati e assistendo in modo personalizzato 37 nuclei familiari e 14 minori non accompagnati.
Gli operatori e i mediatori culturali di Save the Children e della cooperativa CivicoZero Roma hanno supportato i nuclei familiari nelle fasi di accoglienza, prima informativa e orientamento, distribuzione e trasferimento di tutte le persone in arrivo, fino al termine delle evacuazioni umanitarie da Kabul.
Un impegno particolarmente delicato, non solo per l'alta concentrazione di presenze al Terminal, ma soprattutto per la condizione emotiva delle persone appena giunte in Italia, particolarmente scosse dalle condizioni di fuga dal proprio paese, dall'incertezza sul futuro e dalla paura per la sorte dei propri cari rimasti in Afghanistan. Per alcuni, anche l'orrore di quanto direttamente vissuto a seguito dell'attentato nei pressi dell'aeroporto.
L'intervento è stato realizzato nel quadro del Protocollo di intesa tra Save the Children e l'Agenzia Regionale di Protezione Civile della Regione Lazio, operativo sin dai tempi del terremoto del centro Italia, e ora prosegue, sempre in collaborazione con l'Agenzia e CivicoZero Roma, con l'attivazione di un team mobile su richieste di supporto specifiche per le persone accolte presso gli hotel per il periodo di quarantena preventiva.
“L'intervento nella fase di prima accoglienza è solo l'inizio di un percorso di sostegno di lungo periodo che va assicurato a tutte le donne, gli uomini e i bambini che sono riusciti a giungere nel nostro Paese fuggendo da atrocità e violenze. Per ogni famiglia è necessario mettere ora a punto un piano personalizzato di inclusione sociale e lavorativa. Per i bambini e le bambine, particolarmente colpiti da questo dramma, è fondamentale assicurare la ripresa delle attività scolastiche, preparando adeguatamente le scuole al loro inserimento e favorendo il rapporto con i coetanei. E' inoltre indispensabile un sostegno psicologico continuativo per le situazioni di particolare vulnerabilità, anche alla luce dei gravi traumi subiti. E occorre attrezzarsi per accogliere anche coloro che giungono in Europa attraverso la rotta balcanica, sperimentando troppo spesso altre violenze” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.
Su scala nazionale, per rispondere alle richieste di minori soli e nuclei familiari giunti in Italia, Save the Children ha lanciato un servizio di risposta (helpdesk) che può essere attivato da enti locali, servizi socio-sanitari, strutture di accoglienza, così come direttamente dalle famiglie giunte in Italia.
Concretamente, il servizio fornisce: mediazione linguistico culturale on line nelle lingue farsi, pashtu e dari, orientamento e supporto legale, sostegno psicologico ed emotivo post evento traumatico, identificazione ed eventuale presa in carico di situazioni di particolare vulnerabilità, assistenza alle procedure di ricongiungimento, invio di sostegno materiale e di team in loco se necessario.
Per entrare in contatto con l'help desk si può chiamare il numero gratuito 800.141016 - 351.2202016 dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle 18.00 oppure inviare una mail all'indirizzo [email protected] .