L'attentato terroristico della domenica di Pasqua a Lahore è stato rivendicato da una fazione dei Talebani presenti in Pakistan, la Jamaat-ul-Ahrar. Un suo portavoce ha dichiarato che l'attacco era diretto contro i cristiani che stavano celebrando la Pasqua. Il governo locale del Punjab ha smentito questa versione, sostenendo che nel parco dove è avvenuta l'esplosione non erano presenti solo cristiani, ma anche persone di diversa appartenenza.

Tuttavia, molti cristiani hanno accusato il governo di non fare abbastanza per proteggerli, sostenendo che i politici sono subito pronti ad esprimere le loro condoglianze dopo una strage, ma lenti nel fare passi concreti per aumentare la sicurezza.

Il portavoce della sala stampa del Vaticano, padre Federico Lombardi, ha fatto sapere che papa Francesco era stato informato "dell'orribile attentato", che ha gettato "un'ombra di tristezza e paura sulla festa della Pasqua", e che prega per le vittime.

Il responsabile della strage è stato un attentatore suicida, che si è fatto saltare in aria in prossimità del parco giochi di Gulshan-e-Iqbal. Questo ha fatto sì che nel numero delle vittime, che al momento risulta ufficialmente essere di 72 morti e 300 feriti, sia molto alta la percentuale di donne e bambini.

Secondo fonti ufficiali, il terrorista, di cui sono state ritrovate la testa ed una gamba e che avrebbe avuto un'età compresa fra 23 e 28 anni, avrebbe utilizzato circa venti chilogrammi di esplosivo. Inoltre, lo zaino che aveva sulle spalle ed il giubbotto che indossava contenevano anche dei bulloni, che hanno reso ancor più dirompente l'effetto dell'esplosione, udita a parecchi chilometri di distanza.

In Pakistan si verificano ormai da anni sempre nuovi attentati. Quello di ieri è avvenuto a quasi un anno di distanza da uno analogo, in cui attentatori suicidi si fecero saltare in aria in due chiese cattoliche di Lahore, causando 15 morti. A questo bisogna aggiungere anche l'attacco avvenuto al confine con l'India nel novembre del 2014, che provocò la morte di oltre 50 persone.