Il Tratturo come ricchezza da tutelare e riscoprire non solo in termini ambientali ed agro-pastorali ma anche come interscambio tra i territori che, maggiormente, hanno fatto da cornice alla parabola esistenziale del Santo da Pietrelcina.

Nato il 25 maggio 1887, Padre Pio, concentrò la sua vita ed il suo operato in un triangolo territoriale non scontato e quasi paradigmatico, compreso tra le province di Benevento, Campobasso e Foggia.

Triangolo, geograficamente corrispondente, allora come oggi, ad una delle aree del meridione d’Italia, tra le più interne e depresse.

Tali aree, da sempre vocate, non solo per scelta ama anche per mancanza di alternative, all’attività agricola e pastorale, erano tra loro collegate da antiche e massive vie di comunicazioni che consentivano di spostare le greggi, in ragione delle diverse stagioni dell’anno, tra montagne e pianure, secondo l’antico rituale della Transumanza.

Tali vie, meglio conosciute come Tratturi, anch’esse vennero percorse dal Santo di Pietrelcina e fù proprio durante uno di questi transiti che, quasi per caso, si ritrovò a pernottare a Santa Croce.

Se, come dicevamo, Padre Pio ora San Pio, nacque nel 1887 a Pietrelcina in provincia di Benevento ed il suo operato è legato a doppio filo alla edificazione della universalmente conosciuta “Casa sollievo della sofferenza “ a San Giovanni Rotondo in provincia di Foggia, non tutti sanno che, un ruolo affatto secondario giocò, negli anni della sua formazione, non solo religiosa ma anche umana, il periodo che, agli inizi del ’900, lo vide permanere presso il Convento molisano di S.Elia a Pianisi.

A darci ulteriore coscienza del suo passaggio santacrocese è lo storico frentano Pino Mascione nel suo scritto sulla permanenza del Santo nella diocesi di Larino “ecce mater tua”.

Era usanza che gli studenti della provincia monastica ( presenziassero alle manifestazioni della pietà popolare tipiche di ciascuna zona, visitando i luoghi di culto dei paesi limitrofi”.

In una di queste gite scolastiche, ricollegabile con chiarezza al settembre del 1905, lungo il Tratturo Celano – Foggia, una pioggerella battente, li costrinse a fermarsi a Santa Croce di Magliano”.

La nipote dell’arciprete Don Prospero Tartaglia, che li aveva avvistati sotto un porticato del paese, corse ad avvertire lo zio che, puntualmente, li ospitò in canonica.

Quì nella sua casa si asciugarono al fuoco del camino, mentre al più fragile Frà Pio venne consigliato di cambiarsi ed indossare la talare nera.

Poi cenarono tutti insieme e trascorsero la notte in casa del parroco, il dì d’appresso ecco che poterono finalmente arrivare al convento di Serra”.