I parchi di Perugia e il “POLLICE POLITICO VERDE” dell’Assessore Otello Numerini!
Un’altra grande riunione organizzata con le associazioni dei cittadini è stata svolta per dare una “svolta” al tema “INTERVENTI SUI PARCHI PUBBLICI”!
Grandi progetti all’orizzonte si profilano per il nostro verde pubblico.
Progetti con nomi rigorosamente anglofoni come va di moda ora tipo; Life Clivut (Climate Value of Urban Trees, mitigazione del clima, attenuazione del rumore ecc). Oppure il Fami; denominato LGNEt-EA (Lgnet emergency assistance) ma che alla fine, stringi stringi, ricordano sempre le stesse cose che già studiate e cercate di metterle in atto in passato, si sono rivelate un quasi, se non totale, fallimento; ne sa qualcosa l’Assessore uscente, della precedente legislatura, Urbano Barelli che ne è stato il diretto promotore fallimentare!
Il verde pubblico! Una spina dolorosa nel fianco della politica comunale che, insieme ad altre spine ammuffite da lunghissimo tempo a Perugia, come la lotta fallita alla criminalità urbana, al degrado strutturale di diversi edifici in alcuni quartieri che, lasciati quasi nell’abbandono, si stanno sgretolando come sabbia al sole dimostrano, in modo inequivocabile, che la strada che hanno seguito e quella che stanno seguendo ora, non è altro che una pericolosa perdita di tempo. Oppure come la mancata manutenzione delle strade e delle strutture inerenti (marciapiedi, ecc) i quali pochi interventi, contrariamente a come sono stati eseguiti, dovrebbero essere fatti con criteri che soddisfino le esigenze dei cittadini e non quelle di visibilità dei nostri amministratori,
E facciamo in proposito un poco di storia per la questione che più interessa “Perugia: Social City”: quella che questa volta la chiamano FAMI (fondo asilo, migrazione e integrazione) che, in sintesi, secondo chi l’ha progettata, dovrebbe dare una rapida risposta con servizi di emergenza e per quanto concerne l’inclusione di alcuni immigrati stanziati nel territorio cittadino.
Come dice l’Assessore in questione: “Questo progetto rappresenta una valida occasione anche per le nostre associazioni in quanto può avere ricadute significative in termini di supporto alla manutenzione del verde, ma anche per la possibilità di acquisire mezzi d’opera”.
In altre ma chiare parole; far lavorare gli immigrati per sistemare il verde pubblico facendo finta che, con ciò, li integriamo nel tessuto lavorativo cittadino!
Questa è la trovata: un numero di 5 squadre costituite ciascuna da 15 migranti.
Sicuramente una bella trovata ma purtroppo “fallimentare in partenza”.
Il perché di questa affermazione è appunto nella storia di quello che in passato ha messo in piedi la politica amministrativa di Perugia!
Esattamente il 15 agosto 2016, quindi quattro anni fa precisi, veniva stipulato un accordo tra la Caritas (Diocesi di Perugia) e il nostro Comune (anche allora capitanato dal Sindaco attuale con la Giunta “Romizi 1”), nel quale si evidenziava un progetto di riqualificazione del verde pubblico e di miglioramento del decoro urbano, principalmente riguardante la manutenzione e la pulizia di spazi verdi e ed altri interventi. Indovinate da chi? Da quindici volontari, rigorosamente migranti “selezionati” dalla stessa Diocesi! Si legga l'articolo dell'epoca qui.
In questo meraviglioso progetto si parlava di come questa acquisizione fosse necessaria per diversi motivi, tra i quali l’inclusione degli stessi migranti, affermando con estrema sicurezza che la riqualificazione dei parchi si poteva fare solo con loro.
E che sarebbe stato il definitivo sistema per mettere finalmente il verde pubblico in condizioni ottimali per essere fruito con sicurezza dai cittadini.
Noi di “Perugia: Social City” abbiamo continuato sempre a vedere un verde pubblico disastrato. Quello che non siamo riusciti a vedere sono i quindici volontari migranti di allora fervidamente all’opera!
Riusciranno, ora, i nostri amministratori/politici eroi (si fa per dire) nella nobile impresa che nel 2016 si è rivelata un fallimento? Noi crediamo proprio di no!
A questo punto, all’Assessore in questione, non resta che fare come al personaggio di Pia (Amanda Sandrelli) nel film “Non ci resta che piangere” quando spiegava il gioco della palla a Mario (Massimo Troisi): “Bisogna provare, provare, provare e ancora provare… alla fine ci si riesce!” (forse).
Giampiero Tamburi (Perugia: Social City)