Per introdurre la visita che aveva programmato il 2 settembre in Danimarca, su invito della regina danese Margrethe II, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva fatto trapelare la notizia dell'interesse Usa nell'acquistare la Groenlandia.

Un interesse che, conosciuta la notizia, era stato subito respinto al mittente dal leader della stessa Groenlandia, regione autonoma danese, Kim Kielsen, e dal primo ministro della Danimarca, Mette Frederiksen, che avevano definito assurda la proposta di Trump.

Infatti, per comprare qualcosa, è necessario che da parte del proprietario ci sia l'intenzione di vendere. La Groenlandia non è mai stata messa in vendita e tanto meno offerta chicchessia.

Geograficamente, la Groenlandia è situata tra il Nord Atlantico e gli oceani artici e, dopo l'Australia, è l'isola più grande al mondo... in pratica, è come un continente a sé stante. Politicamente, è un territorio danese autonomo, con una popolazione di circa 56mila abitanti concentrata principalmente lungo la zona costiera e costituita per quasi il 90% da Inuit. Ha un proprio governo ed un proprio parlamento.

Mentre si suppone che la Groenlandia possa essere ricca di risorse minerali (carbone, zinco, rame e ferro), ad oggi le entrate del suo bilancio - per ben due terzi - provengono dalla Danimarca. Inoltre, elevati sono i tassi di suicidio, alcolismo e disoccupazione.

Ma l'interesse per la Groenlandia da parte di molti Paesi è legato soprattutto alla sua posizione, sia per questioni logistiche, legate ai trasporti, sia per questioni strategiche, legate alla sicurezza. E sembra che proprio quest'ultimo aspetto fosse quello che aveva suscitato l'interesse di Donald Trump.

Già all'inizio della guerra fredda, gli Usa hanno realizzato a Thule una base aerea e radar, che costituisce la parte più settentrionale del sistema di allarme che avverte gli Stati Uniti di possibili missili balistici in arrivo.

Martedì, pur dichiarando che la Danimarca è "un paese molto speciale", Trump ha inviato un tweet facendo sapere che la sua visita programmata in Danimarca non avrebbe più avuto luogo perché la signora Frederiksen "non aveva alcun interesse a discutere la vendita della Groenlandia".

 

 


In risposta, la premier danese ha detto di essere "infastidita" dalla decisione, aggiungendo che, nonostante ciò, gli Stati Uniti sono uno dei più stretti alleati della Danimarca e che la visita di due giorni del presidente sarebbe stata "un'opportunità per celebrare le buone relazioni tra i due Paesi".

"Questo non cambia il carattere dei nostri rapporti - ha proseguito la premier Danese - e continueremo il nostro dialogo su come affrontare le sfidecomuni", ricordando anche che l'invito a Trump a visitare la Danomarca "rimane valido".