Il seguente contenuto è ripreso da una notizia pubblicata il 19 maggio sul sito dell'Unione Sindacale di Base. Un piccolo fatto che descrive la follia del tempo in cui stiamo vivendo e di come sia stato tutelato il diritto al lavoro dai politici attuali che pretendono pure di esser etichettati come socialisti.
Il fatto è successo nel supermercato coop di via Carlo del Prete nel quartiere del Ponte di Mezzo a Firenze, un quartiere difficile che negli ultimi 20 anni aveva saputo riscattarsi ma che Unicoop Firenze torna a far parlare di se.Manuela addetta al reparto pescheria stava servendo un cliente che le chiede due gamberetti per un test allergico.La bilancia quasi non ne rileva il peso, sarà poi fatta successivamente una prova.Il valore in euro, appena 21 centesimi, la lavoratrice li chiude in una busta scrivendoci sopra a penna “Per test allergico”, senza prezzare la merce. Lo aveva già fatto in passato su ordine della vecchia capo reparto.Ne viene a conoscenza l’inqualificabile dirigenza del supermercato Coop e la lavoratrice viene letteralmente messa in croce, fino ad arrivare al licenziamento che verrà comunicato alla dipendente, la vigilia di Natale del 2019.Manuela rimane a casa senza lavoro, sola con due figlie piccole. Increduli i colleghi di lavoro e la lavoratrice stessa che si rivolge ad USB.Il licenziamento viene impugnato dall’avvocato Martini (per i dirigenti sindacali, lavoratrici e lavoratori di Unicoop Firenze “Letizia”).Letizia smonterà il castello accusatorio fatto da Unicoop Firenze, che crollerà nell’aula della sezione del lavoro del tribunale di Firenze, picconata dopo picconata, mattone dopo mattone.La sentenza del giudice dott. Vincenzo Nuvoli (lo stesso che aveva condannato Unicoop Firenze per il nuovo regolamento aziendale inerente alla procedura di vestizione e svestizione “TEMPO TUTA”) non lascia spazio ad interpretazioni ed ORDINA alla Coop la reintegra della ex dipendente nel proprio posto di lavoro, al pagamento di 12 mensilità, alle spese legali oltre che alla rivalutazione ed interessi.
Se fatti simili accadono in un'azienda cooperativa che dovrebbe avere al proprio interno un codice etico a tutela anche dei propri dipendenti, da sempre etichettata come "di sinistra", non è neppure possibile immaginare quale possa essere il clima e le condizioni di lavoro nella media delle aziende italiane. Ma nessun politico sembra preoccuparsene e nessuna riforma del lavoro è prevista nel PNRR.