"Onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 1114-A: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44, recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche”, nel testo approvato dalle Commissioni riunite".
Questo è quanto il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha comunicato oggi alla Camera riunita per discutere la "conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44, recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche (A.C. 1114-A)".
La Camera è convocata martedì 6 giugno alle ore 12.30. Le dichiarazioni di voto sulla fiducia si svolgono nella seduta di martedì a partire dalle ore 12.30, la chiama per appello nominale a luogo alle ore 14.
In questo provvedimento, su cui è stata posta la fiducia, è stata inserita la norma che toglie alla Corte dei Conti la possibilità di esercitare la funzione di Controllo Concomitante in relazione al Pnrr.
Così Andrea Casu, Pd, ha commentato al riguardo la scelta del governo:
"... Una scelta che è metodologicamente sbagliata e che, come detto, toglie un possibile caveat contro errori evitabili con controlli attenti e stringenti che sono interesse di tutti. Ora ricordiamo, lo ha fatto il collega Cuperlo in Commissione, che la Corte dei conti è un organo di rilievo costituzionale istituito già nel 1862, che ha il compito di controllare i conti dello Stato e di evitare sprechi di soldi pubblici. Negli ultimi mesi ha pubblicato alcune relazioni per indicare i ritardi e i problemi che si stanno accumulando sul PNRR: secondo alcuni esponenti del Governo sarebbe ciò non rientrerebbe nelle proprie competenze, perché i controlli spetterebbero solo alla Commissione europea, che invia i finanziamenti. È una visione che si è concretizzata in questo emendamento che esclude la Corte dalla verifica di quello che riguarda il PNRR, ma che desta le forti preoccupazioni non solo di noi dell'opposizione, ma anche della stessa Unione europea, la quale ha affermato che, cito testualmente: “Le autorità italiane hanno istituito un ente ad hoc responsabile del controllo dei fondi del PNRR. Monitoreremo con grande attenzione cosa prevede la bozza di legge al riguardo della Corte dei conti. Come regola generale, non ci esprimiamo sui progetti di legge e dunque non entriamo nel dettaglio. Possiamo dire che il PNRR richiede una risposta proporzionata, vista la sua natura unica, essendo un programma di spesa basata sulle performance. I sistemi di controllo nazionali costituiscono i meccanismi principali per proteggere gli interessi finanziari della UE e sono gli Stati membri che devono assicurarsi che non ci siano conflitti di interesse e o frodi”.Per quanto riguarda quello che sostengono le forze di maggioranza, penso che quella che ci arriva dall'Europa, quella che ci arriva dal presidente della Corte dei conti, che abbiamo ascoltato in audizione, sia la risposta nel merito più importante, che va ascoltata, che sarebbe dovuta essere ascoltata. Però, è nel metodo che c'è l'aspetto più grave, perché, se anche si fosse voluto intervenire su questo tema, non si può farlo inserendo una discussione così importante all'ultimo secondo utile in un decreto che parla d'altro, così come non si poteva farlo in tema di difesa, che siamo riusciti a fermare. ... Noi non permetteremo che un decreto, che nasce per rafforzare la pubblica amministrazione, diventi lo strumento per indebolire i controlli della Corte dei conti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Questo non se lo merita il Paese, non ce lo meritiamo. Come opposizione abbiamo fatto un lavoro responsabile per rafforzare, rinnovare ed aprire le porte della pubblica amministrazione a una nuova generazione. Su questo ci saremo sempre, ma sul far passare il messaggio che in questo Paese le risorse si spendono meglio se si fanno meno controlli non ci troverete mai".
Questo è stato l'intervento di Francesco Mari (Alleanza Verdi - Sinistra Italiana):
"... Il provvedimento ha assunto - come tutti sanno - un carattere diverso. L'emendamento notturno, quello relativo alla Corte dei conti, è stato capace, non solo di conquistare gli onori della cronaca, ma addirittura di assorbire l'interesse generale. C'è anche questo aspetto: fino ad un certo punto della discussione, nelle Commissioni, il provvedimento ha un certo carattere, affronta un tipo di problemi e riesce a stare più o meno nel merito di un decreto, comunque largamente disomogeneo, ma poi diventa tutt'altro perché un emendamento notturno ne cambia il segno e la portata.Cosa è accaduto a proposito dell'emendamento 1.83 del Governo? Credo che abbiamo la necessità di partire da quanto ci ha detto il Presidente della Corte dei conti, Carlino, in una audizione definita informale, comunque ottenuta grazie soltanto alla richiesta delle opposizioni. Innanzitutto, il Presidente Carlino ci ha detto che il controllo concomitante accelera e migliora la qualità del procedimento amministrativo, ma in tutta onestà - e non poteva fare altro - ci ha detto anche che quella misura è stata introdotta dal Parlamento, il quale ovviamente ha la possibilità di rimuoverla e di limitarne la portata; rimane comunque fermo ovviamente il controllo di gestione ex post. Ma, a questo punto, credo che ci dobbiamo fare una domanda: a chi giova questo provvedimento? Perché è stata esclusa la materia del PNRR dal controllo concomitante da parte della Corte dei conti? Credo che, per capire la ratio e la motivazione, dobbiamo farci una semplice domanda. Ci siamo chiesti tutti perché sia arrivato questo emendamento notturno che poi ha impegnato ovviamente i lavori della Commissione.Quindi, facciamo una cosa semplicissima, cerchiamo di capire a chi giova e a chi nuoce questo emendamento. A chi giova non è facilissimo adesso da comprendere; lo vedremo con il tempo. Ma a pensar male raramente si sbaglia. Ci può essere un interesse delle ditte appaltatrici rispetto al controllo concomitante? E poi si può parlare effettivamente - come è stato pure detto a valle anche da qualche forza politica - di una sburocratizzazione o di un provvedimento che semplifica la procedura? Credo che questo sia totalmente da escludere perché non c'è nessun aspetto di questa decisione che sia riconducibile ad una volontà di semplificazione. Allora, per capire, forse dobbiamo puntare il dito sulle conseguenze. Innanzitutto, c'è una prima conseguenza nel rapporto con l'Europa: immediatamente dopo l'approvazione dell'emendamento in Commissione, il giorno successivo, l'Europa ha espresso tutte le sue preoccupazioni, com'era doveroso, come anche le opposizioni - noi tra gli altri - hanno sottolineato in quella sede.Il controllo concomitante era la forma attraverso la quale l'Italia, in qualche modo, rispondeva alle indicazioni che provenivano dall'Unione europea, in particolare dal regolamento (UE) 2021/241, quello sulla governance del PNRR; quindi, non era un'invenzione, non era soltanto una misura, uno strumento preesistente, ma era lo strumento attraverso il quale si rispondeva alla necessità di controllare in corso d'opera tutto il procedimento e la capacità di realizzazione del PNRR.Chi è che ne viene danneggiato? Io credo che siano innanzitutto coloro che sono stati usati nella direzione opposta: i funzionari e i dirigenti della pubblica amministrazione. A questi funzionari e a questi dirigenti noi abbiamo messo uno scudo, anzi, abbiamo prorogato uno scudo, abbiamo dato uno scudo e ne abbiamo tolto un altro; il controllo concomitante è uno strumento a favore, a vantaggio, nell'interesse di quei funzionari, quei dirigenti della pubblica amministrazione che devono darci la possibilità, attraverso la progettazione, l'affidamento e il procedimento amministrativo nel suo complesso, di realizzare le opere previste dal PNRR. Il controllo concomitante è uno scudo; i funzionari e i dirigenti della pubblica amministrazione adesso saranno più disarmati, avranno più paura, non meno paura. Lo scudo vero e proprio, quello dell'altro comma dell'emendamento, non riguarda loro, sostanzialmente.Aggiungo una questione, questa, diciamo così, passata molto in sordina, per essere buoni. Quali dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione, in particolare? Quelli del Mezzogiorno, la parte del Paese che ha più difficoltà ad affrontare le scadenze del PNRR, quella più fragile, più disarmata, meno organizzata, più indebolita anche dai tagli di questi ultimi decenni. Quella parte della pubblica amministrazione italiana, quella del Mezzogiorno, è quella che sta più in difficoltà rispetto al PNRR e rispetto alla quale proprio esattamente il controllo concomitante era uno strumento in itinere, in corso d'opera, di sostegno al suo lavoro e al suo impegno.C'è un'altra vittima di questo provvedimento. Leggo, a questo proposito, l'articolo 22 della legge 11 settembre 2020 n. 120 che viene modificato da questo emendamento: “La Corte dei conti, anche a richiesta del Governo e delle competenti Commissioni parlamentari, svolge il controllo concomitante di cui all'articolo 11, comma 2, della legge 4 marzo 2009, n. 15, sui principali piani, programmi e progetti relativi agli interventi di sostegno e di rilancio dell'economia nazionale” e noi introduciamo, questo Parlamento introduce, con il nostro totale dissenso: “ad esclusione di quelli previsti o finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza”. C'è una vittima: il Parlamento. Infatti, il Governo, dopo l'incontro con Carlino, ci comunica, e ci mancherebbe altro, la volontà di mettere in piedi una sorta di cabina di regia tra il Governo e la Corte dei conti; ma chi sono i soggetti istituzionali, le istituzioni, che ovviamente avranno altri strumenti e potranno agire in altre forme, che vengono indebolite da questo provvedimento? Il Parlamento e le Commissioni parlamentari, che avevano la prerogativa, a richiesta, di invocare il controllo della Corte dei conti sul PNRR, uno strumento decisivo. Dobbiamo essere chiari su questo punto; non si tratta di uno strumento di carattere sanzionatorio, ma sempre e comunque di accompagnamento, in particolare, rispetto ad alcune criticità. Tra l'altro, rispetto ai prossimi anni, che ci vedranno impegnati nella realizzazione del Piano di ripresa e resilienza, l'articolo 22, così com'è, si poteva anche abrogare del tutto, perché rimane davvero ben poco: gli interventi di sostegno e di rilancio dell'economia nazionale sono tutti, in grandissima parte, quasi esclusivamente, assorbiti dal PNRR. Quindi, cosa fa questo emendamento e cosa fa il decreto, così come risulta scritto e come andrà in approvazione, molto probabilmente, quasi sicuramente, attraverso la fiducia? Inscrive la Corte dei conti tra lacci e lacciuoli, una bella novità. Dopo l'approvazione della fiducia sapremo che c'è un altro laccio, lacciuolo, che tiene ferma la capacità delle imprese e dell'Esecutivo di portare a casa i propri intendimenti. Questo è un fatto, credo, davvero abbastanza grave, che oltretutto ci fa registrare un ulteriore fatto abbastanza strano, perché nel comunicato ufficiale del Governo si legge che ci sono costituzionalisti - Sabino Cassese, Cesare Mirabelli, Giancarlo Coraggio - che si esprimono sulla costituzionalità del provvedimento: è già questione bizzarra e sembra un po' excusatio non petita, accusatio manifesta; quindi, se il Governo sente la necessità di dire, in qualche modo, che il provvedimento è costituzionale, evidentemente, qualche dubbio ce l'hanno tutti e ce l'abbiamo soprattutto noi".
Secondo quanto ha riportato l'Ansa, questa mattina è stata convocata un'assemblea straordinaria dell'Associazione Magistrati della Corte dei conti, con all'Ordine del giorno una discussione su "iniziative conseguenti agli emendamenti sulle limitazioni delle funzioni della Corte dei conti: controllo concomitante e scudo erariale (art. 1 , decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44, recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche C.A. 1114)".