Il 20 febbraio, Essere Animali, ha pubblicato il rapporto dal titolo Petto di pollo a marchio Lidl: circa il 90% di quelli analizzati mostra segni di malessere.

Nell'introduzione a firma di Brenda Ferretti si dichiara che la quasi totalità dei petti di pollo analizzati e venduti nei supermercati Lidl presenta una malattia che è indice di sofferenza degli animali. 

"Il 90% dei petti di pollo che abbiamo analizzato e sono venduti nei supermercati a marchio Lidl in Italia è affetta da white striping, una malattia sintomo di sofferenza cronica degli animali e di bassa qualità della carne. È quanto abbiamo scoperto da una nostra ricerca in diversi punti vendita Lidl in Italia, da cui abbiamo redatto un report.Abbiamo analizzato oltre 600 campioni di confezioni di petti di polli di 38 punti vendita Lidl in 11 città, da Torino a Bari. Tutte le confezioni analizzate riportavano in etichetta indicazioni come “prodotto certificato”, “filiera controllata”, “uso di luce naturale”, “arricchimenti ambientali per favorire comportamenti naturali”, definizioni che possono indurre a pensare che quell’acquisto sostenga il benessere animale, eppure i risultati emersi dalla nostra analisi vanno in direzione contraria. Nove campioni su 10 infatti, presentano le striature bianche tipiche del white striping che corrono parallele alle fibre muscolari della carne e oltre la metà dei campioni mostrano livelli alti di gravità della malattia. Secondo le ricerche scientifiche, il white striping colpisce tra il 50 e il 90% dei polli appartenenti a razze a crescita rapida, quelle più largamente utilizzate negli allevamenti intensivi e di conseguenza più vendute nei supermercati. È facilmente visibile sui petti di pollo interi, ma può essere presente anche sui filetti e su alcuni muscoli della coscia. Può comparire in vari gradi e cambia sia l’aspetto che la consistenza della carne, riducendone il contenuto di proteine e aumentando quello dei grassi fino al 224%. Il white striping è anche sintomo evidente di profonda sofferenza nei polli sottoposti a crescita rapida: la spiegazione più accreditata è che il grasso che si vede abbia preso il posto delle fibre muscolari morte per la mancanza di ossigeno e nutrienti causata da una crescita troppo veloce.Le problematiche relative al rapido accrescimento sono state messe in luce anche dalle numerose indagini realizzate negli allevamenti appartenenti a fornitori di Lidl in diversi Paesi europei: Germania, Spagna, Austria, Gran Bretagna e anche Italia. Nella nostra investigazione in due allevamenti intensivi di polli in Lombardia, i polli mostrano difficoltà nella deambulazione a causa di problemi fisici, incluse lesioni e deformità dolorose, dovute proprio alla selezione genetica a cui sono sottoposti.A giustificazione per il mancato miglioramento delle condizioni degli animali negli allevamenti delle proprie filiere, le catene di supermercati utilizzano spesso la scusante dell’aumento inevitabile dei prezzi. Tuttavia, una valutazione commissionata da Eurogroup for Animals ha dimostrato che l’aumento dei costi sarebbe relativamente contenuto e, secondo l’ultimo Eurobarometro, più della metà degli italiani (54%) è disposto a pagare un prezzo maggiore per prodotti che arrivano da allevamenti migliori. Da più di un anno, le organizzazioni europee che supportano la campagna di sensibilizzazione nei confronti di Lidl hanno aperto un tavolo di negoziazioni con l’insegna a livello europeo, ma finora non hanno portato a nessun risultato concreto a causa della scarsa affidabilità e volontà di collaborazione mostrate da Lidl. A oggi, Lidl non ha fornito una sola proposta concreta e in più occasioni non ha rispettato le scadenze su cui si era impegnata.I supermercati come Lidl affermano spesso di voler continuare a vendere carne di pollo proveniente da allevamenti intensivi per lasciare la scelta al consumatore. Tuttavia, come dimostra la nostra analisi, questi prodotti confermano ancora una volta la sofferenza a cui sono sottoposti gli animali negli allevamenti. Grazie ai grandi volumi che gestisce, un impegno da parte di Lidl a favore dei polli da carne ridurrebbe la sofferenza di milioni di animali. Per questo continuiamo a chiedere che la catena di supermercati si impegni a sottoscrivere lo European Chicken Commitment.


Abbiamo chiesto all'Ufficio Comunicazione di Lidl Italia di commentare il rapporto e cortesemente ci è stata inviata la seguente replica che, a completezza di informazione, riproduciamo in toto:

"In riferimento alle accuse infondate e ingiustificate mosse dall’associazione animalista “Essere Animali”, Lidl Italia prende nettamente le distanze dalla diffusione in tono allarmistico di tali notizie, non veritiere e mirate esclusivamente a ottenere visibilità mediatica a discapito della corretta informazione al consumatore.La presenza di striature bianche nei petti di pollo (“white striping”) comunemente disponibili in commercio, come riportato dai fornitori di Lidl e confermato dall’associazione di categoria dei produttori di carni (UNAItalia), non comporta alcun rischio per la salute del consumatore, può essere solo in parte riconducibile al tipo di allevamento e viene rilevata con frequenza trascurabile. Nel prodotto selezionato per Lidl, infatti, così come confermato dai fornitori della Catena, le striature bianche sono riscontrabili in una percentuale inferiore al 5.Lidl Italia ribadisce il suo continuo e immutato impegno nello sviluppo di migliori standard di benessere animale. Un impegno concreto, intrapreso ben prima delle campagne avviate da Essere Animali, che si traduce, per esempio, nell’adozione, in collaborazione con i propri fornitori, di azioni concrete per migliorare le pratiche di allevamento e offrire quindi un assortimento sempre più responsabile. La carne fresca di pollo non elaborata venduta nei punti vendita dell’Insegna, ad esempio, proviene da fornitori che garantiscono allevamenti controllati e certificati, in cui si fa uso di luce naturale e di arricchimenti ambientali.Infine, l’Azienda prende atto che l’Associazione Essere Animali, da oltre un anno, si preoccupa di sollecitare esclusivamente Lidl Italia, come unica Insegna del panorama GDO nazionale, ad aderire agli standard di benessere animale dell’ECC (European Chicken Commitment) attraverso continue e ripetute campagne diffamatorie. Lidl Italia, pertanto, si riserva di tutelarsi a fronte di tali condotte nelle sedi opportune."