Negli ultimi giorni, facebook ed il suo sviluppatore Mark Zuckerberg sono tornati alla ribalta parlando di Cambridge Analytica, del numero di utenti coinvolti nella vicenda, della scoperta di una rete dell'IRA (Internet Research Agency) che operava per interferire con account falsi per manipolare le elezioni in alcuni Paesi tra cui gli Stati Uniti, dei provvedimenti che a breve saranno intraprese per evitare che in futuro ciò possa accadere nuovamente.

Quai saranno questi nuovi provvedimenti? Nuove misure di sicurezza, nuovi strumenti di intelligenza artificiale, ulteriori persone che si occuperanno di revisione di contenuti. Facebook, assicura Mark Zuckerberg, proteggerà l'integrità delle elezioni future.

Quanto accaduto con Cambridge Analytica si può riassumere come un'operazione di manipolazione del consenso di un determinato gruppo di persone che utilizzano facebook da parte di una società esterna a facebook, che a tale scopo ha utilizzato legalmente degli strumenti messi a disposizione da facebook (API e pubblicità).

Con le varie dichiarazioni, successive alla vicenda, rilasciate dal maggiore azionista di facebook vi è stata da parte sua l'ammissione che effettivamente un uso distorto del social può influenzare i suoi utilizzatori, formando in loro determinate opinioni, facendogli compiere determinate scelte.

In questo caso, l'uso distorto è stato fatto o sarebbe stato fatto da una società esterna a facebook. Facebook ha detto che questo in futuro non accadrà più. Come possiamo esserne sicuri? Ce lo assicura facebook!

Ecco dove sta il problema. Quello vero! Se facebook ammette di essere in grado di manipolare le persone, chi ci dice che la stessa azienda non lo abbia fatto in passato, non lo faccia adesso e non lo farà in futuro per propri scopi, di cui non conosciamo le finalità?

Se Cambridge Analytica ha potuto manipolare dall'esterno gli utenti che usano facebook, figuriamoci che cosa può fare facebook che gli utenti li gestisce in proprio... senza che alcuna Autorità esterna possa verificare e garantire la correttezza del suo operato.

Si capisce, adesso, dove stia il vero problema? Problema che non non è solo di facebook, ma anche delle altre aziende che in questi anni hanno monopolizzato Internet senza alcun controllo da parte di alcuna istituzione pubblica che ne verificasse correttezza e trasparenza.

In futuro, i contenuti di facebook saranno revisionati per evitare di diffondere disinformazione. La revisione sarà fatta da facebook che deciderà, autonomamente e a propria discrezione, quali siano o meno i contenuti che potranno o non potranno essere diffusi. Un monopolista che afferma che sarà in grado di controllare da solo il proprio monopolio.

Ma siamo sicuri che sia questo il modo più corretto per risolvere il problema svelato dalla vicenda Cambridge Analytica?