Il 14 dicembre 2017, dopo che la Camera aveva già dato il proprio via libera, il Senato ha approvato la legge sul fine vita, testamento biologico e disposizioni anticipate di trattamento.

Adesso, se qualsiasi altro trattamento è inutile a lenire le sofferenze del paziente, il medico può ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua (ovvero un sonno profondo indotto dai farmaci), fino alla sua morte. Questo può essere richiesto dallo stesso paziente, direttamente nel caso sia vigile, oppure espresso in precedenza tramite il testamento biologico.

Nella cartella clinica e nel fascicolo sanitario elettronico di un paziente devono essere annotati il ricorso alla sedazione palliativa profonda o il suo rifiuto. Sedazione palliativa profonda cui il medico può fare ricorso solo nel caso di prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte, ma non solo, come nei casi relativi ai malati di SLA.

Tra i trattamenti sanitari che vengono interrotti perché considerati "accanimento" terapeutico, vi sono anche la nutrizione artificiale e l'idratazione artificiale, perché prevedono la "somministrazione, su prescrizione medica, di nutrienti mediante dispositivi medici. A questi va aggiunto anche il supporto meccanico della respirazione, implicitamente incluso dove il testo della legge parla di "rinuncia o rifiuto di trattamenti sanitari necessari alla propria sopravvivenza".

Quale sia la differenza, e quanto sia sottile, tra la legge sul testamento biologico ed il suicidio assistito è tutta da chiarire, a parte il tempo presunto che separa o separerebbe un paziente malato dal giorno della sua morte. Infatti è il quanto resta da vivere a un paziente che può consentire ad un medico di stabilire se sia legale o meno il ricorso alla sedazione palliativa profonda.

Perché tirare in ballo il biotestamento? Perché si è avuta notizia che il primo paziente in Italia vi ha fatto ricorso. Si tratta di una donna di Nuoro, Patrizia Cocco, che ha deciso di interrompere a 49 anni anni la sua battaglia contro il male, la SLA, che l'aveva colpita 5 anni fa.

In base a quanto comunicato da L'Unione Sarda che ha pubblicato la notizia, Patrizia Cocco è morta lo scorso sabato.