Quando una coppia sta progettando una gravidanza, sin da prima del concepimento, può decidere di sottoporsi a un test genetico preconcepimento per conoscere il proprio rischio di trasmissione di malattie genetiche ai figli. Sono molte le malattie genetiche recessive trasmissibili che oggi si possono individuare con questo tipo di test, e tante di esse sono anche rare, ossia colpiscono un ridotto numero di persone.
I disturbi congeniti della glicosilazione (CDG) si classificano come un insieme di patologie di tipo autosomico recessivo, e sono caratterizzate da una produzione difettosa delle proteine legate agli zuccheri (glicoproteine). I CDG appartengono al gruppo delle malattie rare che vengono trasmesse per via genetica, ossia trasmesse da uno o entrambi i genitori ai figli. I malati di CDG presentano sintomi multiviscerali e disturbi al sistema neurologico. In media le persone che sono colpite da CDG sono una ogni 50.000-100.000 [1].
Responsabili dello sviluppo dei disturbi congeniti della glicosilazione sono le alterazioni dei geni produttori di enzimi coinvolti nel metabolismo. Tra tutte le tipologie di CDG, quella più diffusa è la CDG1a (70 casi su 100). Il CDG1a è provocato dalla mutazione del gene PMM2. Questo gene è adibito alla codifica della fosfomannomutasi (una proteina), i cui valori, in presenza di CDG1a, sono bassi rispetto alla norma [1]. I pazienti affetti da CDG1a hanno quadri clinici che variano molto gli uni dagli altri: in alcuni casi si ha una forma sistemica severa che porta al decesso del malato, mentre in altri casi la forma è più lieve [2].
I sintomi dei CDG possono comparire o nei primi anni di vita oppure nell’età adulta. I sintomi più diffusi sono i seguenti: disturbi alimentari, episodi di dissenteria o di vomito, crescita ritardata, disturbi alla vista, a livello neuro-motorio, a livello psico-motorio, episodi simil-ictus e retinite pigmentosa [2,3]. Il sintomo che si mostra con più frequenza rispetto agli altri elencati è il ritardo psicomotorio, specialmente durante l’infanzia, mentre le condizioni più gravi si manifestano con idrope fetale, ossia accumulo di fluido o edema alla nascita. Su 100 neonati malati di CDG, 20 non compiono l’anno di vita, poiché la gravità dei sintomi compromette letalmente il corretto funzionamento di alcuni organi vitali [4].
La presenza di anomalie nella glicosilazione delle glicoproteine nel sangue, rilevata tramite l’analisi elettroforetica della transferrina sierica, permette di diagnosticare i CDG; si tratta di un esame generico e non specifico, poiché non permette di capire di quale tipo di CDG si tratti. Per tale motivo è necessario approfondire l’analisi eseguendo un test genetico, grazie al quale è possibile evidenziare eventuali mutazioni [4].
Esistono delle terapie specifiche per alcuni tipi di CDG, che sono mirate al miglioramento dei danni causati da un'errata glicosilazione proteica. Per il CDG1a purtroppo non è possibile intervenire con queste terapie perché non funzionano, ma è possibile intervenire con dei trattamenti che servono solo ad alleviare i sintomi [5].
Dato il numero elevato di malattie genetiche trasmissibili alla prole, è consigliato a tutte le coppie che desiderano avere un figlio sottoporsi a un esame genetico. Il test preconcepimento Igea, ad esempio, è un test di ultima generazione e completamente sicuro che, tramite un semplice prelievo ematico da entrambi i futuri genitori, permette di conoscere il rischio riproduttivo della coppia di trasmettere ai figli eventuali patologie genetiche recessive.
Per maggiori informazioni: Ufficio Stampa Sorgente Genetica
Fonti:
1. www.orpha.net/consor/cgi-bin/OC_Exp.php?lng=IT&Expert=137
2. www.osservatoriomalattierare.it/ricerca-scientifica/9604-carenza-di-fosfomannomutasi-l-efficacia-della-scala-icars-nella-valutazione-delle-alterazioni-del-cervelletto
3. www.orpha.net/consor/cgi-bin/OC_Exp.php?Lng=IT&Expert=79318
4. rarediseases.info.nih.gov/diseases/9826/pmm2-cdg-cdg-ia
5. www.telethon.it/ricerca-progetti/malattie-trattate/glicosilazione-disturbi-congeniti-della