Antonio Galdo è un giornalista, autore di programmi radio e tv, scrittore. Ha lavorato per Il Mattino, L'Indipendente  ed è stato inviato del settimale  Panorama. Per Rai Educational ha realizzato il programma televisivo La storia della classe dirigente in Italia, mentre per la radio ha collaborato con Radio 2 e Radio 3. Tra i libri  scritti, da ricordare Non Sprecare, Basta Poco, L'Egoismo è finito che sono serviti da fondamenta per il sito Non Sprecare (www.nonsprecare.it).

L'ultimo libro pubblicato da Antonio Galdo, ed uscito per Einaudi, si intitola Ultimi, Così le statistiche condannano l'Italia.
L'ebook, inserito nella collana Passaggi, dimostra come l'Italia sia ultima nelle classifiche a confronto con gli altri paesi dove una volta era prima. Quello indicato nel libro è un elenco, impressionate, di primati al ribasso, a dispetto degli annunci sempre più roboanti e rodomonteschi del premier Matteo Renzi.

Di seguito, alcuni stralci dall'introduzione.

«I numeri parlano e raccontano. Cosí le statistiche ci consegnano la storia di un Paese che, da decenni, arretra e finisce ultimo anche laddove era primo. Abbiamo la maglia nera in disoccupazione, corruzione, evasione e pressione fiscale, inefficienza della burocrazia, fiducia nel futuro. Siamo regrediti negli asili, nella scuola, nell’università, nella competitività delle imprese, nelle reti delle infrastrutture, dai trasporti alla banda larga. Scivoliamo,  sempre  e  solo  verso  il  basso.  Passo  dopo  passo, gradino dopo gradino, classifica dopo classifica.

Per aumentare i posti di lavoro servono investimenti, pubblici e privati, nella formazione e nella ricerca: quelli che continuiamo a tagliare, senza mai riuscire a intervenire, invece, sugli sprechi della spesa pubblica.

Siamo  diventati  un  paese  per  vecchi,  e  sarà  sempre  peggio anche per effetto della curva demografica, con un welfare ingiusto che difende privilegi piú che diritti: cosí i nonni sono piú garantiti e mantengono figli e nipoti ai quali non resta che aspettare l’eredità.

La giustizia non esiste: cancellata da processi civili interminabili,  che  favoriscono  i  furfanti,  e  dall’onda  della prescrizione che lava qualsiasi reato penale.

Senza la ripresa  del  Mezzogiorno  non  vedremo  mai  la  ripresa dell’Italia:  ma  intanto  il  Sud  sprofonda,  con  un’emigrazione di massa che ricorda la stagione a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento.

L’Italia non è un malato terminale, né il destino cinico e baro ci costringe alla rassegnazione. Al contrario, abbiamo tutte le energie e le possibilità per riprenderci con una ragionevole velocità, come abbiamo fatto durante il ciclo vitale del boom economico, quando in pochi anni un popolo di analfabeti e di contadini si è trasformato in una delle nazioni piú ricche del mondo. Proprio le statistiche ci avvertono che non tutto affonda nella palude del regresso.

Abbiamo anche ottime scuole e università, ospedali all’avanguardia con risultati da eccellenze internazionali, e perfino tribunali che funzionano con la produttività dei Paesi dove la giustizia presenta i migliori standard del mondo: in questo libro raccontiamo alcune di queste storie.

Ma sono isole, sparse a macchia di leopardo, piú al Nord che al Sud, che non riescono a diventare punti di riferimento, traguardi, sui quali allineare l’intero sistema».

Il libro non è un pamphlet contro il renzismo, ma una lucida analisi della situazione in cui si trova l'Italia, un elenco di numeri utili a chi governa per ragionare, per dare un'anima al loro progetto, perché la conoscenza è il primo passo verso la nostra salvezza.