Il Democratic National Committee (DNC), responsabile di supervisionare la piattaforma del Partito democratico in occasione delle elezioni presidenziali, ha deciso di modificare i criteri per l'accesso ai dibattiti tra i candidati dem trasmessi a livello nazionale, in modo da consentire a Mike Bloomberg di partecipare a quello che mercoledì sarà trasmesso sulla NBC da Las Vegas (Nevada),  stato in cui nel fine settimana si terranno le primarie. 

Da precisare che Bloomberg a quell'appuntamento non sarà presente, come neppure al prossimo in Sud Carolina, in attesa di fare il suo debutto come candidato democratico nel Super martedì del 3 marzo dove sarà assegnato circa un terzo dei candidati che alla convention dem indicheranno chi, alle presidenziali 2020, sarà lo sfidante di Trump, ormai certo della riconferma da parte del GOP.

Nel Partito democratico c'è un problema: Bernie Sanders. Il problema è rappresentato dal fatto che il "senatore" Sanders si definisce socialdemocratico, promuovendo un programma tra i cui contenuti vi sono sanità ed istruzione a spese dello Stato... per i repubblicani e l'establishment del Partito democratico, pertanto, Sanders è un pazzo rivoluzionario. 

Il Democratic National Committee puntava su Buttigieg e Biden. L'ex sindaco di South Bend, veniva descritto dai media come candidato in ascesa, un misto tra Obama e Kennedy... anche in base alla sua età. Ma era un fuoco di paglia. Lo stesso vale per Biden, che nel gradimento a livello nazionale, secondo i sondaggi, è molto dietro a Sanders, staccato di un valore in doppia cifra.

Per tale motivo il DNC e i media che assecondano i vertici democratici adesso puntano su Bloomberg, uno che si è presentato con i dem perché i repubblicani non volevano indebolire la ricandidatura di Trump in vere primarie.

Michael Bloomberg, miliardario ed ex sindaco repubblicano di New York, finora ha speso 418 milioni di dollari in pubblicità, denaro personale che ha deciso di utilizzare per finanziare la sua candidatura. Con che risultato? Adesso il suo gradimento nei sondaggi è al 19%, 4 punti in più rispetto a Biden.

Ma nonostante il mare di denaro investito da "Mike", Bernie Sanders continua a correre nei sondaggi, saldamente al comando sopra al 30% ed è dato come sicuro vincitore nei due prossimi appuntamenti, in Nevada e Carolina del Sud. Gli altri candidati in corsa - quelli più accreditati: Warren, Klobuchar e Buttigieg - si attestano tra l'8% e il 12%. 

A conferma di quanto indicano i sondaggi vi sono anche le migliaia di persone presenti ai suoi comizi e le donazioni finora ricevute... decine di milioni per finanziare la sua campagna, raccolti on-line con donazioni da pochi dollari.

Così, quello che in molti prevedono è che a breve partirà la campagna anti-Sanders intesa ad impedire la candidatura del senatore del Vermont alla convention dem. Da capire quale potrà essere il granello che gli stessi democratici utilizzeranno, facendolo passare come trave, per screditarlo. Tutto questo, nonostante il buon Bernie appartenga al partito da lunga data e abbia in passato ampiamente dimostrato di essere un "difensore dell'imperialismo americano".

Evidentemente, quello che dà fastidio ai democratici, quelli ben rappresentati dall'ipocrisia dei Clinton e degli Obama, è il fatto che le proposte di Sanders possano favorire lo sviluppo di un sentimento anticapitalista e una seppur minima presa di coscienza da parte di molti americani della lotta di classe... un elemento questo che è alla base del sostegno finora da lui ricevuto.