Politica

In piazza a Latina per dire basta al caporalato e ad ogni forma di schiavitù e sfruttamento

Alcune migliaia di persone si sono date appuntamento, sabato pomeriggio, in piazza della Libertà a Latina, per aderire alla manifestazione contro il caporalato organizzata da Flai e Cgil a seguito di quanto accaduto a Satnam Singh, bracciante indiano di 31 anni deceduto tre giorni fa al San Camillo di Roma, dopo essere stato abbandonato in strada con un braccio amputato e numerose fratture.

A portare la propria testimonianza, tra gli altri, Nicola Fratoianni, AVS...
"Basta omicidi sul lavoro, basta stragi di lavoratori. Basta ad un sistema fondato sulla precarietà, sulla ricattabilità di chi lavora. Basta con la Bossi-Fini, basta considerare illegali degli esseri umani. È necessario garantire ad ogni lavoratore e lavoratrice diritti e dignità, stipendi adeguati e condizioni di lavoro umane e sostenibili. Servono più ispettori, più controlli. Altro che "lasciar lavorare chi vuol fare", come piace al governo Meloni. Lo abbiamo sempre detto e oggi lo ripetiamo ancora più forte, qui a Latina. Per Satnam Singh, per la sua famiglia, per i suoi colleghi, per ogni persona costretta a veder sfruttato il proprio lavoro".

Elly Schlein, PD...
Tutte le istituzioni e tutta la politica devono fare uno scatto in avanti contro il caporalato, perché Satnam Singh purtroppo non è un caso isolato. C'è un sistema strutturale di sfruttamento che va combattuto. Servono risorse per attuare la legge 199 fino in fondo, soprattutto sulla prevenzione e i controlli, responsabilizzando le aziende. Rilanceremo una proposta per creare sistemi di protezione per chi denuncia lo sfruttamento. E nei prossimi giorni presenteremo la nostra riforma per abolire la Bossi-Fini e riscriverla integralmente, perché è una legge che provoca irregolarità. E l'irregolarità, come insegna questa tragica uccisione, causa ricattabilità sulla pelle delle persone come Satnam Singh. Non ci sono lavoratrici e lavoratori di serie B.

Laura Boldrini, AVS..."Una piazza che reclama e pretende lavoro sicuro, legale, dignitoso. E che dice basta alla disumanità. Oggi siamo a Latina, grazie alla Flai CGIL, per chiedere giustizia per Satnam Sigh, il bracciante indiano morto dopo essere stato abbandonato per strada dal suo padrone, con un braccio mozzato per un grave incidente sul lavoro. Ma anche per chiedere che la legge 199 sul caporalato sia applicata a pieno, che vengano assunti più ispettori del lavoro, come avevamo proposto con un emendamento, bocciato dalla maggioranza, all'inefficace decreto sulla sicurezza sul lavoro voluto dal governo. Invece di fare provvedimenti vuoti e senza fondi, il governo provveda a colmare questi insopportabili vuoti che generano insicurezza e sfruttamento. È ipocrita sbandierare le eccellenze della nostra agricoltura e fingere di non vedere quello che succede in tante aree del territorio. Ed è anche un insulto a quelle aziende che rispettano la legge e che davvero rappresentano l'eccellenza". 
 Francesca Re David, CGIL, dal palco in chiusura della manifestazione..."C'è voluto l'orrore per far parlare di voi. Satnam e Sony non volevano essere un simbolo, erano qui per vivere una vita dignitosa e per vedersi riconosciuto il diritto al lavoro e di essere umani. Invece sono finiti tra gli oltre 3 milioni di invisibili, tra i 230mila lavoratori agricoli nel sommerso, nel lavoro nero, nello sfruttamento. Un guadagno da 160 miliardi per chi fa sfruttamento, ma che significa uccidere persone e diritti, evadere lo Stato e il fisco sottraendo risorse a diritti, istruzione, casa e lavoro a tutte e tutti. Satnam e la moglie erano qui da tre anni e sono arrivati come tanti attraverso il decreto flussi, un nulla osta che nessuno trasforma in contratto lavoro o permesso soggiorno. Dove finisce chi arriva così? Ci sono aziende finte che li fanno arrivare, e questo vale per l'agricoltura, per l'edilizia, per tutti i migranti e per tutti i lavori, un'impresa deve essere vera, non basta andare alla Camera di commercio e poi fai quello che ti pare. E questo sistema non si rompe se non si cancellano la Bossi-Fini e il decreto flussi, che consentono e sono matrice di tutto questo".

Autore Rino Mauri
Categoria Politica
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