Bisognerà attendere fino alle 22 per conoscere il risultato, almeno in base agli exit poll, delle politiche in Israele, di nuovo al voto, dopo l'incapacità di Netanyahu di poter formare un nuovo governo dopo le precedenti elezioni dello scorso aprile.
Anche in questo nuovo turno elettorale a fronteggiarsi per la vittoria saranno il Likud di Netanyahu e il Blu e Bianco di Benny Gantz, in grado di ottenere, secondo gli ultimi sondaggi, lo stesso numero di seggi, 32 a testa.
Il Likud, partito di destra si è spostato negli ultimi anni su posizioni estremiste, per garantirsi l'appoggio dei partiti che rappresentano l'ebraismo ultra ortodosso.
Anche Blu e Bianco, formazione politica di recente costituzione - altrimenti conosciuta come il partito dei generali, a causa dei trascorsi militari di Benny Gantz - è da considerarsi anch'esso un partito di destra, sebbene per le posizioni più moderate rispetto al Likud venga poi definito di centro.
Pertanto, quella odierna, è di nuovo una sfida interna tra le forze di destra. E chi tra le due forze politiche riuscirà a governare Israele, quasi certamente, non lo sapremo questa sera, ma solo nei prossimi giorni... in base alle decisioni dei partiti minori e alla loro convenienza nel far parte o meno di una coalizione di governo.
La Knesset è stata sciolta e gli israeliani sono stati chiamati di nuovo a votare proprio per il rifiuto dell'ex ministro della difesa Avigdor Lieberman, nel maggio scorso, di far parte di un esecutivo che comprendesse anche i partiti religiosi ortodossi. Questo ha costretto Netanyahu a ritornare al voto.
Quindi, domani, chiunque sia a vincere - se le previsioni di voto saranno rispettate - saranno ancora i piccoli partiti ad essere decisivi nella formazione di un nuovo governo.
E probabilmente Yisrael Beitenu, il partito guidato da Lieberman che dovrebbe conquistare tra gli 8 e i 9 seggi, potrebbe risultare decisivo per formare il governo, tanto che già fin d'ora sia Netanyahu che Gantz avrebbero iniziato le trattative per contenderne l'appoggio.
Trattative che vedrebbero sfavorito il premier uscente, considerando che che negli ultimi giorni ha cercato di acquisire voti dagli estremisti ultra ortodossi annunciando, in maniera spregiudicata e irresponsabile, l'acquisizione di parte della Cigiordania (palestinese) in caso di vittoria nelle urne.
Mossa che farebbe pensare di non poter di nuovo confidare anche stavolta, nel dopo voto, sull'appoggio di Yisrael Beitenu, partito appartenente all'area della destra sionista, ma caratterizzato da un marcato anticlericalismo.
Per questo, Gantz spera di portare Lieberman dalla sua parte, anche se poi dovrà fare i conti con i numeri che riusciranno ad ottenere le altre forze di minoranza. Ma l'aspetto ancor più interessante è che, in ogni caso Gantz, per poter avere i numeri per opporsi ad un governo a guida Netanyahu, avrà necessariamente bisogno dei voti degli arabi-israeliani.