Riduzione della pena per Vincenzo Paduano: in appello, 30 anni per aver strangolato e bruciato Sara, la sua ex fidanzata.

Paduano si era presentato davanti ai giudici con una condanna all’ergastolo in primo grado con l’accusa di omicidio volontario, aggravato da premeditazione, atti persecutori, stalking e distruzione del cadavere.

Dopo aver ucciso Sara Di Pietrantonio, Paduano diede fuoco all’auto dove si trovava la ragazza.

In aula ha pianto dicendosi pentito e che non riusciva a darsi pace per aver distrutto la vita di una giovane donna.

La mamma di Sara si è dichiarata comunque soddisfatta dalla sentenza, perché per un uomo non c’è molta differenza tra 30 anni e un ergastolo.

Ma secondo lei, però, Paduano non è pentito ed il pianto in aula era per sé, per la sua situazione, non certo per Sara.

Dopo la sentenza sui social è partita la rassegna stampa delle opinioni, in base alle quali, non tutti sono stati soddisfatti della sentenza.

I social ormai sono diventati canali dove si può discutere e commentare fatti gravi, anche con persone competenti.

Spesso mi trovo ad avere conversazioni con persone preparatissime, anche in materia di legislazione che tratta materie legate a violenza e omicidio, persone preparate anche a riconoscere il perché della riduzione di una pena.

La speranza condivisa, adesso, è che in Cassazione non riducano ancora di più la pena a Paduano, perché uno che ha commesso tale crimine non riesce a cambiare da solo... un uomo violento per istinto continuerà ad esserlo, a meno che qualcuno non lo aiuti a ravvedersi.