Il passatempo preferito nell'attuale campagna elettorale è affidarsi al sofismo o al sillogismo per dimostrare che i "grillini", sempre tali anche senza Grillo, devono essere comunque in torto, a prescindere, qualunque cosa facciano o qualunque cosa dicano.

All'inizio della campagna elettorale i 5 Stelle erano incompetenti. Come faranno a governare, veniva detto, se non lo hanno mai fatto nulla prima e, soprattutto, se sono dei disoccupati cronici senz'arte né parte? Quest'ultima frase è sempre stato il non detto, ma era comunque implicita nelle dichiarazioni di commentatori e politici dei partitati avversari.

Nelle liste dell'uninominale, in seguito ad un appello ai cittadini a farsi avanti per promuovere la propria candidatura, nei vari collegi i 5 Stelle hanno presentato, con l'enfasi iperbolica che spesso li contraddistingue, una serie di persone definite "super competenti", provenienti dal mondo delle istituzioni, da quello delle imprese, dell'amministrazione pubblica, della magistratura, ecc. Che siano super oppure no, a questo punto è difficile definirli "incompetenti", come è altrettanto difficile definire incompetente il 50% dei candidati della passata legislatura, che è presente nelle liste del proporzionale.

E a dirla tutta, perché coloro che adesso si preoccupano dell'incompetenza dei 5 Stelle, nulla hanno avuto da obbiettare su quella di Matteo Renzi, presidente della Provincia di Firenze e sindaco di Firenze per metà mandato, che in vita sua l'unica azienda che ha visto è stata quella di famiglia, in cui è stato assunto per un paio di mesi solo per far pagare al comune dei contributi più alti per la sua futura pensione.

Ed uno del genere, che non ha mai lavorato un giorno in vita sua passando il tempo a fare la ruota al politico che più di altri gli avesse permesso di scalare i vertici del partito, dovrebbe sapere qualcosa di come funziona il mondo? Ed infatti lo abbiamo visto con le leggi insulse e prive di senso che ha prodotto, bocciate sia dalla Consulta che dagli italiani. Senza dimenticare l'esser riuscito a far fallire il suo stesso partito, costringendone i dipendenti ad andare a casa.

Altra critica rivolta ai 5 Stelle era quella relativa alla loro indisponibilità alle alleanze. Ma come vogliono pretendere di governare se da soli non possono avere la maggioranza in Parlamento? Finora nessuno c'è mai riuscito, almeno non usando i voti regalati dal "Porcellum".

Ed ecco allora che la disponibilità ad accettare il dialogo con le altre forze politiche che vogliano discutere una convergenza sui punti del programma dei 5 Stelle per trovare una maggioranza alla Camera e al Senato, nonostante sia un pur pallido tentativo di dialogo con le altre forze politiche, diventa allora per gli avversari un tradimento dello spirito iniziale del Movimento.

Insomma, qualunque cosa i 5 Stelle facciano è sempre sbagliata. Lo dice Matteo Renzi, lo dice Silvio Berlusconi e lo dicono i giornali pubblicati dagli stessi editori che finora hanno "sorretto" le proprie aziende grazie alle regalie ricevute dai governi di centrodestra e centrosinistra, come buon ultima dimostra la vicenda Sorgenia.

E incredibilmente nessuno di loro ha da rinfacciarsi il fatto che gli ex berlusconiani stile Lorenzin e Casini siano stati pilotati nei collegi sicuri delle regioni che, una volta, erano definite rosse perché a maggioranza PCI, e che dei candidati in odore di Camorra siano presenti nelle liste di Forza Italia.

Evidentemente, quella deve essere la "normalità" istituzionale richiesta alla politica competente e affidabile cui tutti devono fare riferimento.