"Le attività professionali di Matteo Renzi sono lecite, trasparenti e ogni centesimo che egli riceve per queste viene inserito nella dichiarazione dei redditi che per un parlamentare è pubblica. Si tratta di attività perfettamente legali. Illegale è invece la pubblicazione di questo materiale che esce scientificamente da uffici pubblici e arriva di volta in volta in redazioni diverse, come successo anche oggi, con l’unico obiettivo di attaccare mediaticamente il senatore Renzi. Le attività del senatore Renzi sono tutte legali. La violazione del segreto istruttorio, del segreto bancario, della privacy sono invece illegali".

Questa la nota diffusa domenica dall'ufficio stampa del professionista Matteo Renzi, senatore a tempo perso e a convenienza in base al tornaconto del momento, a seguito di quanto diffuso in precedenza da alcuni quotidiani, in merito ai compensi ricevuti dall'Arabia Saudita per le prestazioni di consulente da lui fornite per favorire la nascita di una città Green, a scopo turistico. 

Quali possano essere state le consulenze di Renzi, che notoriamente non ha un mestiere e mai ne ha svolto uno al di fuori della politica (a parte la parentesi di un paio di mesi nell'attività di famiglia per farsi pagare i contributi pensionistici dal Comune di Firenze), è uno dei tanti enigmi che ruotano intorno alla sua figura... di fatto, però, è che per tali consulenze ha ricevuto sul proprio conto corrente oltre un milione di euro, in base a quanto riportato dall'Uif (l'Unità di Informazione Finanziaria presso la Banca d'Italia):
 
"Sul rapporto di conto corrente intestato a Matteo Renzi, aperto in data 5 novembre 2021, si rileva la seguente operatività: in data 13 dicembre 2021, un bonifico in accredito di un milione e 100 mila euro dal cliente stesso con causale “girofondi”. Il signor Matteo Renzi, censito in anagrafe come politico con un reddito annuo netto superiore a 75 mila euro, ricopre la carica di senatore. Relativamente a quanto rilevato, il cliente ha dichiarato al nostro consulente finanziario di riferimento che l’origine dei fondi sarebbe riferibile a delle prestazioni fornite, in qualità di consulente, all’Arabia Saudita, finalizzate a sostenere la nascita di una città Green, a scopo turistico".

Per la sua attività di consulente, il senatore Renzi avrebbe anche fornito le fatture relative almeno ad una parte dei soldi ricevuti, in base a quanto riportato dal Corriere:

"Dal documento si evincono bonifici ripetitivi in accredito di 8.333 dalla Mataio International Public, un bonifico di 570 mila euro dalla Royal Commission For Alula e un bonifico di 66.090 da Founder Future Inv Initiative Est. Si allegano le tre fatture emesse dal cliente a favore degli ordinanti dei bonifici".

La vicenda ripropone, ancora una volta, la sfacciataggine con cui Matteo Renzi dà lezioni di etica istituzionale ai suoi avversari politici. Nei giorni scorsi ha definito incompetenti coloro che volevano candidare la Belloni al Quirinale perché sarebbe stato inopportuno - anche se non esistono norme che lo vietino - poiché attualmente è a capo dei servizi segreti.

Invece per Renzi è opportuno - proprio perché non ci sono norme che lo vietino - ricoprire l'incarico di senatore e, contemporaneamente, svolgere il ruolo di lobbista - perché è presumibile che in questo consista la sua attività di consulenza - per uno Stato estero, e per di più in favore di un personaggio come Mohammad bin Salman Al Sa'ud, accusato di essere responsabile di numerose stragi e mandante dell'omicidio del giornalista Jamal Khashoggi.

Che Renzi abbia lo stomaco per sfruttare il suo ruolo istituzionale per ricevere dei soldi  da Mohammad bin Salman Al Sa'ud è un problema che riguarda lui e la sua coscienza, visto che tale attività è lecita e non infrange alcuna norma. Quello che però non è ammissibile è che un personaggio simile si permetta di dare lezioni di etica istituzionale. Infine, se avesse realmente a cuore le istituzioni che lui sfrutta, eviterebbe di fare - a pagamento - il lobbista, il conferenziere, il mediatore, il finanziere... mentre contemporaneamente ricopre la carica di senatore.