Economia

E dove sarebbe il "cambiamento" del Governo nella manovra del popolo?

In attesa di conoscere in dettaglio tutti i provvedimenti della legge di bilancio 2019 - anche quelli meno pubblicizzati che inevitabilmente si nasconderanno tra le pieghe della manovra, come sempre accade ogni anno - di seguito si riportano quelli più evidenti e conosciuti relativi a tagli, nuove tasse, sterilizzazioni e quant'altro che, a dispetto della propaganda del Governo, indicano che quanto approvato nella notte in seconda lettura al Senato non sia poi così tanto diverso da quello che veniva fatto in passato.


Cominciamo con le clausole di salvaguardia...

AUMENTI IVA
Dopo la loro sterilizzazione totale nel 2019, gli aumenti Iva spuntano di nuovo nel 2020 per circa 23 miliardi e nel 2021 e 2022 per 28,8 miliardi. A questi si aggiungono gli aumenti delle accise per 400 milioni l'anno dal 2020. Pertanto, se gli obbiettivi di bilancio nel 2019 non dovessero essere rispettati, l'Iva agevolata del 10% salirà al 13% dal 2020, mentre quella ordinaria dal 22 al 25,2% nel 2020 e al 26,5% a partire dal 2021.

NUOVA CLAUSOLA DI SPESA
Nella manovra spunta anche una nuova clausola di spesa. Alcune voci del bilancio dello Stato che riguardano i ministeri saranno congelate per un ammontare di 2 miliardi di euro nel 2019. A luglio il ministro dell'Economia, dopo aver guardato l'andamento dei conti, potrà decidere se i ministeri potranno o meno utilizzare quei fondi.


Adesso passiamo ai tagli che riguardano le pensioni

PENSIONI D'ORO
Come già annunciato, dal 2019 e per i successivi 5 anni le pensioni comprese tra 100.000 e 130.000 euro lordi subiranno un taglio del 15%; del 25% il taglio di quelle comprese tra più di 130.000 e 200.000 euro; del 30% quelli compresi tra 200.001 e 350.000 euro e del 35% tra i 350.001 e i 500.000 euro, fino ad arrivare al 40% per quelle superiori ai 500.000 euro. I tagli garantiranno 239 milioni nel triennio 2019-2021.

STRETTA SULLE RIVALUTAZIONI PER LE PENSIONI OLTRE 1.522 EURO
Le pensioni saranno rivalutate al 100% fino a 1.522 euro (tre volte il trattamento minimo), ma per gli assegni superiori scatterà una stretta sulla rivalutazione rispetto all'andamento dell'inflazione. Sei sono le fasce previste: l'indicizzazione sarà riconosciuta al 97% per quelle tra tre e quattro volte il minimo; al 77% per quelle tra quattro e cinque volte il minimo; al 52% per quelle tra cinque e sei volte il minimo; al 47% per quelle tra sei e otto volte il minimo; al 45% tra otto e nove volte il minimo, e al 40% sopra nove volte il minimo. Il risparmio di spesa porterà nelle casse dello Stato un gettito di 2,26 miliardi nel triennio 2019-2021.


Capitolo tasse...

ECOTASSA
Rispetto a quanto gridato all'inizio, la tassa ecologica (oltretutto negata) sull'acquisto di nuove auto alimentate con caruranti fossili non sarà applicate alle utilitarie, ma graverà solo sulle auto di grossa cilindrata. L'imposta sarà di 1.100 euro per l'acquisto di una nuova auto con emissione comprese tra 161 e 175 CO2 g/Km. Si passa a 1.600 euro per la fascia 176-200, a 2.000 euro tra 201 e 250 e a 2.500 euro oltre 250.

WEB TAX
Per le imprese che operano online, sarà applicata un'imposta del 3% sui ricavi "ovunque realizzati" non inferiori a 750 milioni euro e ricavi derivanti da servizi digitali, realizzati nel territorio dello Stato, non inferiori a 5,5 milioni.

AUMENTO DEL PREU SUI GIOCHI
Sale all'1,40%, rispetto all'1,25%, l'aumento del Preu, prelievo erariale unico, sugli apparecchi per il gioco. La percentuale destinata alle vincite (pay-out) passa dal 69 al 68% e dall'84,5 all'84%. Confermato l'aumento dell'imposta unica dovuta sui giochi a distanza (che dal 20% passa al 25% del margine), sulle scommesse a quota fissa su rete fisica (che dal 18% passa al 20% del margine) e a distanza (dal 22% al 24%) e sulle scommesse simulate (dal 20% al 22%).


Questi i provvedimenti relativi ai tagli operati nella manovra...

TAGLIO AL FONDO PER GLI INVESTIMENTI
Il fondo per gli investimenti passa dai 9 miliardi in tre anni inizialmente previsti a 3,6 miliardi di euro. Per il 2019 il fondo scende a 740 milioni di euro (contro i 2.750 precedenti), nel 2020 a 1.260 milioni (da 3 miliardi) e nel 2021 a 1.600 (da 3,3 miliardi).

TAGLI AI CONTRIBUTI ALL'EDITORIA
Riduzione dei contributi diretti all'editoria a partire dal 2019 fino al loro progressivo azzeramento nel 2022. Nel 2019 il taglio alle imprese editrici riunite come cooperative dei giornalisti sarà del 20% nella parte eccedente il contributo di 500.000 euro, percentuale che sale al 50% nel 2020, al 75% nel 2021 fino al 100% nel 2022.

STOP AGEVOLAZIONI IRES PER GLI ENTI NO PROFIT
Abrogate le agevolazioni Ires per gli enti non commerciali.


Riviste le promesse per le assunzioni rispetto a quanto annunciato...

ASSUNZIONI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Dal testo della legge di bilancio sono stati tolti i commi che prorogavano al 31 dicembre 2019 le graduatorie dei concorsi pubblici per assunzioni a tempo indeterminato, comprese quelle dei comparti sicurezza, del soccorso e della difesa, della scuola e delle università in vigore al 31 dicembre 2018. Queste norme, come ha spiegato il governo in commissione Bilancio, "non sono compatibili" con altre previste dal testo che prorogano le vecchie graduatorie, quelle dal 2010 al 2013, e saranno sostituite con dei "paletti" come la partecipazione obbligatoria a corsi di formazione, il superamento di un apposito esame per verificare le idoneità. Le stesse disposizioni prorogano la validità delle graduatorie approvate dal 2014 al 2019.

STOP ASSUNZIONI PER MINISTERI E UNIVERSITÀ
Presidenza del Consiglio, ministeri, enti pubblici non economici, agenzie fiscali e università non potranno effettuare assunzioni di personale a tempo indeterminato fino al 15 novembre 2019. Per le università il blocco è posticipato al primo dicembre, escludendo però i ricercatori a contratto che potranno essere assunti come professori nel corso del 2019.


Ma anche le misure a supporto sono state riviste rispetto a quanto annunciato ad ottobre...

RIMBORSO PER I RISPARMIATORI TRUFFATI
I risparmiatori truffati dalle banche potranno rivolgersi direttamente al ministero dell'Economia per ottenere il rimborso che per gli azionisti sarà solo del 30% per i titolari di obbligazioni fino al 95%. Il fondo di indennizzo risparmiatori ha una dote di 525 milioni l'anno nel triennio. A valutare le domande di rimborso sarà una commissione di nove tecnici.

TAGLI A REDDITO DI CITTADINANZA E A QUOTA 100
Il fondo per il reddito di cittadinanza sarà ridotto di 1,9 miliardi nel 2019 scendendo a 7,1 miliardi, ma comprenderà anche la "pensione di cittadinanza", in base a quanto affermato in dichiarazione di voto dal senatore Luigi Paragone in Aula. La dote per la misura bandiera dei Cinque Stelle scende così di 945 milioni nel 2020 e di 683 milioni nel 2021.
Per quanto riguarda la revisione della Fornero, ci sarà un taglio di 2,7 miliardi di euro con un budget che scende così da 6,7 a 4 miliardi. La dote per la misura fortemente voluta dalla Lega salirà di 1,3 miliardi nel 2020 e di 1,7 miliardi nel 2021.

RIDUZIONE FONDI AGLI ORFANI DI FEMMINICIDIO
Più che dimezzato invece il rifinanziamento del fondo per gli orfani di femminicidio che sarà di 5 milioni rispetto ai 12 ipotizzati.


Dopo l'elenco sopra riportato, è utile adesso ricordare un passo del discorso tenuto dal presidente del Consiglio Conte al Senato in occasione dell'annuncio del via libera alla manovra ottenuto da Bruxelles: «Ciò ha permesso di ridurre il disavanzo dal valore inizialmente stimato del 2,4 per cento ad un valore attestato intorno al 2,04 per cento, senza per questo modificare – né nei contenuti, attenzione, né con riguardo alla platea di destinatari, né con riguardo ai tempi di attuazione originariamente previsti – gli interventi più importanti programmati. Desidero ribadirlo: reddito di cittadinanza e quota cento partiranno nei tempi che avevamo previsto.»

Possibile che i provvedimenti sopra riportati fossero - come ha detto Conte, in relazione a contenuti, alla platea di destinatari e ai tempi di attuazione - gli stessi elencati nella manovra presentata dal Governo a metà ottobre?

Autore Mario Falorni
Categoria Economia
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