"Quello che è accaduto alla petroliera Etienne, di proprietà del colosso danese Maersk, è un altro tassello emblematico dell’intreccio di responsabilità nazionali ed europee in un mare che è da tempo attraversato dal confine più letale al mondo. Indifferenza, cinismo, spregio per l’elementare dovere di salvare vite in mare, corpi lasciati per settimane in disfacimento, senza alcuna assistenza: è questa l’Europa che intende riqualificarsi con il “recovery fund” dopo lo shock della pandemia? Sembrerebbe di sì, tanto più se teniamo presente che ad agire nel Mediterraneo non sono oggi i «sovranisti», ma governi come quello italiano e la Commissione di Ursula von der Leyen".

Questo è un breve passaggio dell'articolo di Sandro Mezzadra pubblicato su il manifesto di domenica 13 settembre. Si riferisce a quanto accaduto un paio di giorni fa, dopo che la Mare Jonio (la nave di soccorso della ong Mediterranea Saving Humans), ricevuta un'urgente richiesta di assistenza da parte della nave mercantile Maersk Etienne, è accorsa in suo aiuto.

La Etienne aveva a bordo 27 persone soccorse in mare il 5 agosto nelle acque territoriali di Malta, mentre erano su un'imbarcazione che è affondata poco dopo il loro salvataggio. Il governo di La Valletta si è rifiutato di sbarcarle e di far accedere la petroliera in un porto maltese. Una situazione di stallo durata quasi 40 giorni che aveva portato al limite della resistenza i migranti, alcuni dei quali, negli ultimi giorni si erano gettati a mare e sono stati prontamente salvati una seconda volta dall'equipaggio della Etienne.

L'11 settembre, la Mare Jonio, in rotta verso la zona Sar Libica, si è diretta verso la Maersk Etienne, raggiungendola alle 8.30 del mattino. Alle 9 il team medico della ong ha trovato i migranti in gravi condizioni psico-fisiche, ormai incompatibili con una ulteriore permanenza sulla petroliera, chiedendo alle autorità di Malta, responsabili dell'evento SAR, di indicare al più presto un porto sicuro di sbarco per persone che avevano urgente bisogno di cure.

Non essendo quei migranti dei mafiosi in grado di riciclare enormi somme di denaro tramite attività di comodo come resort o casinò (anche on line), il governo di Malta si è dichiarato "non responsabile", rifiutando di assegnare loro un porto sicuro, violando il diritto internazionale e i diritti fondamentali delle persone.

Così, dopo aver preso a bordo i migranti della Etienne, la Mare Jonio, fuori dalle acque territoriali italiane a circa 15 miglia da Pozzallo, il 12 settembre ha chiesto alle autorità del nostro Paese un porto sicuro per i naufraghi.

Dopo alcune ore, la Guardia Costiera ha evacuato dalla Mare Jonio una donna al quarto mese di gravidanza, molto provata da oltre un mese di permanenza sulla Etienne, insieme al marito. Le condizioni della donna hanno richiesto un immediato ricovero.

In serata è stato poi comunicato alla Mare Jonio che le era stato assegnato Pozzallo come porto di sbarco "per motivi sanitari" per i 25 naufraghi rimasti a bordo. Lo sbarco è avvenuto alle 22:40 di ieri.