Ancora esplosioni nei pressi della centrale nucleare di Zaporizhzhia, con russi e ucraini che si accusano a vicenda
In una dichiarazione rilasciata questo giovedì, l'agenzia nucleare ucraina Energoatom ha dichiarato che "gli invasori russi hanno nuovamente bombardato l'impianto nucleare di Zaporizhzhia e l'area limitrofa", colpendo un ufficio amministrativo e danneggiando diversi sensori per il controllo delle radiazioni. Energoatom ha poi aggiunto che è stata interessata dall'attacco anche la vicina caserma dei vigili del fuoco. La situazione all'impianto nucleare è comunque, attualmente, sotto controllo.
Sull'impianto nucleare di Zaporizhzhia, agli appelli di ieri del G7 in cui si chiedeva alla Russia di restituire il controllo della centrale a Kiev, si è aggiunto oggi quello del segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres che ha ricordato alle parti in conflitto che i combattimenti in quell'area, prima o poi, potrebbero causare un disastro in quella che è, senza ombra di dubbio, la più grande centrale nucleare presente in Europa.
Per i russi, invece, l'esercito ucraino starebbe deliberatamente prendendo di mira lo stoccaggio di scorie nucleari presente nella centrale di Zaporizhzhia per provocare così l'esplosione di una "bomba sporca" (un'arma radiologica) in modo da rendere l'area inabitabile. QUesto è quanto ha dichiarato in serata alla tv Rossiya-24 TV Yevgeny Balitsky, il capo dell'amministrazione dell'oblast di Zaporizhzhia .
Nel frattempo il parlamento della Lettonia ha definito la Russia uno stato sponsor del terrorismo, adottando una risoluzione in cui riconosce come attività terroristiche le azioni militari delle truppe russe in Ucraina.
Nella sua risoluzione, il parlamento lettone invita anche i paesi dell'UE a sospendere immediatamente il rilascio dei visti turistici e di ingresso a tutti i cittadini russi e bielorussi, ricordando anche che la Russia ha sostenuto e finanziato per molti anni regimi e organizzazioni terroristiche in vari modi, direttamente e indirettamente.
Intanto, le autorità estoni hanno deciso di vietare dal 18 agosto ai cittadini russi provvisti di visti Schengen rilasciati dall'Esatonia l'ingresso nel Paese.
Sul tema, che sta prendendo piede nei paesi dell'ex Urss che pretendono divenga oggetto di una prossima sanzione contro Mosca, si è già espresso il cancelliere Scholz dichiarandosi apertamente contrario all'idea, perché quella in corso è la guerra di Putin, aggiungendo che le misure punitive devono essere rivolte solo alle persone che prendono decisioni a Mosca e non indistintamente a tutti russi.