Nel discorso della Presidente Ursula von der Leyen alla conferenza sullo Stato dell'Unione, la questione vaccini l'ha fatta da padrone. Vediamo pertanto che cosa ha detto al riguardo la presidente della Commissione Ue.


Acquistare insieme i vaccini per l'Unione...
È stata la decisione giusta, anche se i dubbi non sono mancati, soprattutto all'inizio di quest'anno. Non voglio neanche immaginare cosa sarebbe successo se alcuni grandi Stati membri si fossero accaparrati le proprie scorte di vaccini, e se gli altri – gli Stati membri di medie e piccole dimensioni – fossero rimasti a mani vuote. Pensate alle conseguenze per il nostro mercato interno, per la nostra unità europea. Dal punto di vista economico, con un mercato unico così profondamente integrato, non avrebbe avuto alcun senso. E dal punto di vista politico, la nostra Unione ne sarebbe uscita a pezzi.

Qualche cifra sulle vaccinazioni...Finora, nell'Unione europea, sono state distribuite circa 200 milioni di dosi di vaccino – duecento milioni. È una quantità sufficiente a vaccinare più della metà della popolazione adulta in Europa almeno una volta. Né la Cina né la Russia possono anche lontanamente avvicinarsi a queste cifre.In questo preciso momento, stiamo vaccinando 30 europei al secondo. Questo significa che, da quando ho iniziato a parlare, più di 12 000 europei hanno ricevuto una dose di vaccino. Ormai siamo quasi abituati a sentire queste cifre ogni giorno, eppure l'Europa non aveva mai visto niente di simile: una campagna di vaccinazione di massa su scala continentale.... Sono fiduciosa che raggiungeremo il nostro obiettivo: disporre di dosi sufficienti a vaccinare il 70 per cento degli adulti europei già nel mese di luglio. È un obiettivo simile a quello che si sono posti gli Stati Uniti: ciò dimostra quanto siano ormai allineate le nostre campagne di vaccinazione.


Stati Uniti e Regno Unito sono stati più veloci...
L'Europa ha ottenuto questo successo rimanendo aperta al mondo. Mentre altri non hanno condiviso la propria produzione di vaccini con nessuno, l'Europa è il principale esportatore mondiale di vaccini. Fino ad oggi, sono stati spedite nel resto del mondo quasi 200 milioni di dosi di vaccini prodotti in Europa. L'Europa esporta tanti vaccini quanti ne fornisce ai propri cittadini. Per essere chiari: l'Europa è l'unica regione democratica al mondo ad esportare vaccini su larga scala.

La questione brevetti...
L'Unione europea è inoltre pronta a discutere qualsiasi proposta che affronti la crisi in maniera efficace e pragmatica. Siamo quindi pronti a discutere in che modo la proposta statunitense di sospendere i brevetti per i vaccini contro la COVID-19 possa contribuire al raggiungimento di tale obiettivo. Nel breve periodo, tuttavia, invitiamo tutti i paesi produttori di vaccini a consentire l'esportazione e ad evitare misure che possano perturbare le catene di produzione.

Covax e non solo...Le esportazioni europee vanno in più di 90 paesi, iniziativa Covax compresa. Le forniture vanno ai nostri stretti alleati come il Canada o il Regno Unito. I nostri cari amici britannici hanno finora ricevuto dal continente un totale di 28 milioni di dosi. Ben 72 milioni di dosi sono state spedite in Giappone. E molti altri milioni ai nostri amici di Singapore, del Messico o della Colombia, per citarne solo alcuni. L'Europa è oggi la farmacia del mondo. L'apertura e l'equità sono il marchio di fabbrica dell'Europa nel mondo. E di questo dobbiamo essere orgogliosi.

Un nuovo contratto con Pfizer-BioNTech...
Sono lieta di annunciare che siamo prossimi alla firma di un nuovo contratto con Pfizer-BioNTech, per produrre 1,8 miliardi di dosi di vaccini tra la fine dell'anno e il 2023. E altri contratti seguiranno. Stiamo raccogliendo i frutti del nostro investimento in una tecnologia completamente nuova ma promettente – i vaccini a RNA messaggero – e nell'ingegno di scienziati come Uğur Şahin e Özlem Türeci.Oggi i vaccini a mRNA sono la spina dorsale della nostra campagna di vaccinazione e costituiscono un elemento centrale della strategia di preparazione dell'Europa. Questa è la nostra polizza assicurativa collettiva contro la prossima ondata di COVID-19. E voglio che l'Europa giochi d'anticipo.

Un vertice G20 sulla salute...
Anche il resto del mondo deve giocare d'anticipo. Ecco perché ho proposto di organizzare un vertice G20 sulla salute, che ospiterò assieme al Presidente del Consiglio Draghi a Roma, alla fine del mese. Perché è arrivato il momento di passare dalle soluzioni ad hoc di quest'anno a un sistema sostenibile. Un sistema che funzioni per tutto il mondo, perché i virus non conoscono frontiere.A Roma vogliamo parlare di cooperazione internazionale nelle emergenze sanitarie e vogliamo coinvolgere le ONG, le fondazioni e la società civile. Nuove alleanze per soluzioni migliori. È vero: essere preparati alle emergenze ha un costo, ma è un costo esiguo rispetto al costo dell'inazione. Il mondo ha bisogno di un nuovo inizio per la politica sanitaria. Il Rinascimento della nostra salute parte da Roma.