In sede di discussione dell’ottavo pacchetto di sanzioni UE contro Mosca, approvato qualche settimana fa, il Belgio è riuscito a far togliere dalla lista nera il suo principale fornitore di diamanti, il gruppo russo “Alrosa”.

Dai giacimenti di quest’ultimo, infatti, giungono nella città belga di Anversa i diamanti grezzi che vengono lavorati ed esportati in tutto il mondo. Il “Diamantkwartier” di Anversa è una delle capitali mondiali del diamante e contribuisce in misura sostanziale al PIL del Belgio: dunque sanzionare il principale fornitore sarebbe stata una zappa sui piedi clamorosa per Bruxelles.

E sono così rimasti inascoltati gli appelli alla “moralità” che il presidente ucraino Zelensky già dal mese di marzo ha fatto al governo belga, invitandolo a rinunciare agli introiti del diamante pur di colpire Alrosa. Il problema è che per la Russia prendere il cliente belga sarebbe un danno relativamente piccolo, mentre per il Belgio perdere il proprio fornitore significherebbe la fine del settore diamantifero.

Dall’Antwerp World Diamond Center (AWDC) fanno sapere che mettere al bando Alrosa vorrebbe dire perdere almeno diecimila posti di lavoro in Belgio e spostare il commercio dei diamanti verso India e Medio Oriente, forse per sempre. Così, per il governo di Alexander De Croo la priorità di salvare questo pilastro dell’economia belga ha pesato di più che non il fatto che Alrosa finanzi, tra l’altro, il complesso militare-industriale della Federazione Russa: di recente ha pure sponsorizzato la costruzione di un sottomarino.