Gli estremisti di destra, Lega e FdI, pur odiandosi fraternamente, pensano prima di tutto a vincere le elezioni, e per questo si presenteranno in coalizione alle prossime politiche. Nonostante sia chiaro che saranno gli estremisti a dar le carte, Forza Italia, o meglio Silvio Berlusconi, ha accettato di interpretare il ruolo da comprimario pur di avere il ritorno elettorale che possa dargli la sicurezza che lo status quo dei suoi interessi finanziari (e giudiziari) possa essergli garantito. 

La decisione di Berlusconi ha colto in contropiede i partitini del 2% o poco più che erano sicuri, nei prossimi mesi, di formare un'accozzaglia di centro di cui Forza Italia facesse da traino, pensando anche, in futuro, di poter poi conquistare la leadership di quel partito il cui presidente ha quasi 90 anni e sempre più difficoltà nel farsi intendere... ammesso che riesca sempre ad esser lucido.

Purtroppo, l'imprevista fuga di Draghi - perché questo è quello a cui abbiamo assistito - ha mandato all'aria forse i piani di Calenda, ma sicuramente quelli di Di Maio (rimasto senza alcuna ciambella e, poverino, disprezzato da tutti ) e in particolar modo quelli di Renzi, solito avere i piedi in due staffe e, stavolta, rimasto in mezzo al guado a meno di un mese dalla presentazione delle liste. Una vera e propria tragedia per uno che ha creato un partito le cui politiche sono state sostanzialmente tre: sostenere tutto quello che Draghi diceva e faceva, fare i propri interessi personali e infangare un giorno sì e l'altro pure Giuseppe Conte o, in alternativa, il Movimento 5 Stelle.

Questa la politica con la P maiuscola di Matteo Renzi che adesso, però, non sa che pesci prendere. 

Eccolo così inventarsi, in una intervista a La Stampa, il Polo del buonsenso che vedrebbe il Pd imbarcare in una coalizione tutti i partiti che ci volessero stare, escluso ovviamente il Movimento 5 Stelle. 

Dopo aver dato un calcio in c... al Pd, perché pensava di fondare un partito da oltre il 10%, Renzi adesso si appella al Pd per accaparrarsi un seggio anche nella prossima legislatura.  In Renzi tanta  è l'arroganza quanta la disperazione che cerca di nascondere... lottano entrambe cercando di prevaricarsi a vicenda.

Così l'arroganza fa dire a Renzi di avere  l'impressione che il Pd non abbia studiato bene la legge elettorale. Tradotto in parole povere, questo è quanto detto da Renzi: "Al tempo ho fatto (fare) un "troiaio" di legge elettorale pur di cavare il sangue dalle rape e di inventarmi i voti che non avevo... e voi dem adesso non volete sfruttare il mio lavoro, quello che mi garantirebbe un seggio anche nella prossima legislatura?"

Invece, la disperazione gli fa sostenere che "su lavoro, ambiente, geopolitica, diritti sociali noi siamo credibili e non abbiamo cambiato posizione. Nessuno degli altri può dire lo stesso".

E in conclusione, fuochi d'artificio:

"Il Pd è responsabile di aver creato il mito di Conte come uomo di sinistra e aver dipinto i grillini come compagni progressisti. Oggi lorsignori hanno mandato a casa Draghi e il Pd fischietta. Ai tempi della Prima Repubblica un gruppo dirigente che ha sbagliato tutto almeno organizzerebbe un congresso per discutere di linea politica".

È proprio vero, quando uno è disperato come lo è Renzi adesso finisce per perdere la testa ed il senatore di Rignano sull'Arno lo sta dimostrando ampiamente.