La costruzione dell'immagine e della conseguente popolarità di molti politici, oggi, passa dal loro successo nei cosiddetti social. Un successo costruito "a tavolino", tramite strategie di marketing nella maggior parte dei casi mirate a pubblicizzare non proposte di ampio respiro, ma soluzioni immediate che possano soddisfare la cosiddetta pancia degli italiani.

Il politico, quindi, diventa un prodotto commerciale da vendere sul mercato. II suo successo, pertanto, è legato prima di tutto alla sua notorietà... venduta dallo stratega di marketing di turno in funzione del target di utenti che si desidera raggiungere. E la pubblicità è quindi funzionale e fondamentale a tale strategia.

Ecco quanto ha speso Matteo Salvini solo per promuoversi su Facebook in modo da ottenere i suoi 2.290.764 follower dal15 aprile 2019 al 21 settembre 2021: 407.606 euro, di cui 15.846 solo nell'ultima settimana.

Il partito di cui è segretario (Lega Salvini Premier), invece, nello stesso periodo ha speso 9.631 euro, di cui 623 nell'ultima settimana.


La stessa tendenza si riscontra con Matteo Renzi che per promuovere la sua pagina su Facebook, dal 15 aprile 2019 al 21 settembre 2021, ha speso 225.754 euro, di cui 400 nell'ultima settimana. Questo gli ha permesso di conquistare 244.991 follower.

Il suo partito, Italia Viva, nello stesso periodo ha speso ha speso 53.802 euro, di cui 720 negli ultimi 7 giorni.


La prima domanda che uno si pone è chi fornisca tale denaro a Salvini e Renzi per le spese pubblicitarie per promuovere una pagina personale. È vero che entrambi sono i leader dei rispettivi partiti, ma i loro partiti hanno una presenza diretta su Facebook e, pertanto, perché dovrebbero spendere dei soldi per promuovere i loro segretari o presidenti che siano che, oltretutto, utilizzano il loro account anche per scopi personali che nulla hanno a che vedere con l'attività di partito? Naturalmente, non è da escludere che Salvini e Renzi si paghino la pubblicità con i propri soldi, ma anche in questo caso qualche domanda viene da porsela, visto che le cifre vanno al di là dello stipendio da parlamentare.

A parte l'aspetto tecnico-burocratico legato alla pubblicità, che sicuramente sarà corretto, c'è però un aspetto politico che è innegabile e lascia perplessi. In base alle cifre riportate, quello che appare evidente è che sia Renzi che Salvini giudichino se stessi più importanti del partito che rappresentano. Quindi chi li vota, secondo loro loro, non vota tanto il partito, ma chi lo rappresenta... non è certo un modo di fare politica che guarda al futuro e, in base a qual che propone, vuole sdoganare agli italiani l'idea che i partiti siano solo funzionali all'uomo solo al comando. In pratica, senza volersi richiamare al ventennio, entrambi vogliono riproporsi come dei Berlusconi bis.


Sorprendentemente, Giorgia Meloni, nello stesso periodo ha speso 59.403 euro per la sua pagina personale, contro i 124mila di Fratelli d'Italia, il partito di cui è presidente. Cifre compatibili con il reddito da parlamentare della Meloni e con il fatto che lei comunque pensi anche a far crescere un partito che non sia legato esclusivamente alla sua immagine. Chapeau.


Ancora meglio quello che vediamo nell'area politica opposta a quella dei partiti e dei politici citati in precedenza.

Inutile ripetere il periodo di riferimento che è sempre identico. Enrico Letta, in circa due anni e mezzo, per promuoversi su Facebook ha speso 373 euro, di cui 280 nell'ultima settimana, mentre sono stati 200mila gli euro spesi dal Partito Democratico di cui è segretario.

Meglio ancora ha fatto Giuseppe Conte, presidente del neo Movimento 5 Stelle che per raggiungere i 4.627.236 di persone che seguono la sua pagina non ha speso nulla,  almeno dal 15 aprile 2019 al 21 settembre 2021 (dati precedenti non sono disponibili), per farsi pubblicità! Il Movimento 5 Stelle, nello stesso periodo, ha speso 62.661 euro.


Difficile poter dire quanto "politicamente" possa avere un significato questo breve promemoria. Di certo, però, un'idea di come intendano la politica alcune persone che ci chiedono il voto si riesce ad averla e, per questo, non dovrebbe essere assurdo iniziare a chiedersi che senso abbia votare un partito incarnato da una persona o, meglio ancora, una persona che pretende di incarnare un partito. Non solo non è intelligente perché nessuno è eterno, ma non è neppure logico perché la figura del monarca assoluto non esiste più da tempo e volerla riproporre in un sistema democratico non solo è anacronistico, ma addirittura paradossale, soprattutto perché non ha mai funzionato, almeno per soddisfare gli interessi del popolo... a meno che gli italiani non ritengano doveroso anteporre i loro interessi a quelli personali di Salvini e Renzi.