La querelle tra Federico Lucia (in arte Fedez) e Rai, con la Lega sullo sfondo, ha avuto il merito di ricordare a una parte della politica, difficile dire se vale lo stesso anche per una parte della pubblica opinione, quanto sia assurda la riforma Rai messa in atto dal governo guidato da Matteo Renzi.

Una riforma che non solo lascia intatto il potere dei partiti sulla Rai, ma addirittura ne aumenta anche l'influenza da parte di quelli di Governo, contravvenendo persino alla normativa europea. La Commissione Ue si è opposta a quanto fatto sulla stessa falsariga da Polonia e Ungheria, dimenticandosi però di sanzionare l'Italia!

Dopo la pubblicazione della telefonata tra Fedez e due dirigenti Rai, l'azienda di viale Mazzini si è ritrovata, come dire, in braghe di tela, promettendo verifiche, chiarimenti e quant'altro per mascherare ciò che da sempre è sotto l'evidenza di tutti: il ferreo controllo dei partiti su quella che "dovrebbe" essere una televisione pubblica.

Ma ancor più assurde sono state le parole della politica a commento della vicenda ed in particolare quelle del segretario del Pd, Enrico Letta:

"Sulla censura al concertone del primo maggio esigiamo subito chiarimenti e scuse da parte della RAI. Voglio ringraziare sinceramente Fedez perché il fatto che una persona come lui parli di questi temi, con la forza e con la visibilità che ha, rompe il tabù creato sul Ddl ZAN [...]".

Ma Letta si dimentica di dire che l'attuale Rai è quella voluta dall'ex segretario ed ex iscritto al PD, Matteo Renzi, e se tale riforma è passata è perché gran parte dei parlamentari PD che allora erano in Parlamento l'hanno votata e molti di loro continuano anche oggi a far parte dei gruppi PD di Camera e Senato. 

Prima di chiedere scuse e chiarimenti alla Rai, Letta dovrebbe scusarsi per quanto fatto in passato dal suo partito e dai suoi parlamentari, perché se i vertici della Rai oggi agiscono decidendo ciò che si può o non si può dire a proposito dei politici, anche limitandosi a riportare loro dichiarazioni, la colpa è solo della politica (in questo caso soprattutto del PD) che li costringe a farlo.

Il neo capo politico dei 5 Stelle diventati di sinistra, Giuseppe Conte, a tal proposito ha dichiarato:

"Questo è il momento giusto per riformare la Rai e sottrarla alle ingerenze della politica. Buona parte delle forze politiche rappresentate in Parlamento appoggiano il Governo in carica e questo può agevolare un clima di confronto costruttivo e una convergenza su un progetto riformatore.Tutte le forze devono concorrere a compiere l’unica, vera rivoluzione utile a migliorare, anzi a salvare, il servizio pubblico. Un servizio pubblico ormai intriso di decenni di prassi e abitudini che vanno rimosse. Un servizio pubblico ormai incrostato che ci obbliga a operare una coraggiosa ricostruzione. È una questione centrale, che riguarda la nostra democrazia.La riforma del 2015 non si è rivelata adeguata. Io stesso devo ammettere di non essere riuscito, durante gli anni in cui sono stato al governo, a incidere sino al punto di promuovere una pur necessaria riforma. Dobbiamo riconoscere tutti, senza ipocrisie, che non potranno essere nuovi nomi a salvare la Rai dagli antichi vizi. La nuova Rai deve sorgere su pilastri diversi. E la politica, con tutto il rispetto, deve restare fuori dalla porta.Se non riformiamo a fondo la governance non realizzeremo mai le premesse per operare l’auspicata rivoluzione.L’intervento più radicale impone di istituire una Fondazione che offra le necessarie garanzie di autorevolezza e pluralismo e diventi l’azionista di riferimento della Rai. Se non riusciamo a convergere su questa premessa che almeno si discuta la proposta di legge del MoVimento 5 Stelle che è già sul tavolo, che prevede, tra le altre cose, l’impossibilità di far parte del CdA della Rai per chi ha ricoperto incarichi politici e di governo negli anni precedenti; una prima selezione con avviso pubblico di Agcom e, tra gli idonei, l’individuazione tramite sorteggio; il divieto di rinnovo della carica; l’incompatibilità per i consiglieri con qualsiasi altro incarico pubblico o privato.Misuriamoci subito su questo tema. Confrontiamoci con tutte le forze politiche su questo punto. Dobbiamo una risposta urgente. Agli italiani".

Ma credete possibile che i partiti rinuncino a controllare l'opinione pubblica tramite la Rai? Se lo facessero, ci sarebbe un effetto domino sull'informazione politica e sulla qualità dei programmi, con le altre televisioni che  sarebbero costrette ad adeguarsi per non essere da meno. Inizieremo a vedere spazzata via l'ipocrisia di certe trasmissioni, creata da giornalisti presentatori attenti ad adeguarsi allo spirito del tempo e non alla verità dei fatti... ed i populisti, una volta smascherati i contenuti della loro propaganda, si scioglierebbero come neve al sole.

Pertanto, la riforma della Rai è solo un'altra di quelle che vengono spacciate come riforme imprescindibili, destinate, tuttavia, a rimanere solo semplici utopie.