CASERTA - L’antica casina di caccia, situata tra i fiumi Sele e Calore Lucano, fu voluta da re Carlo di Borbone e ristrutturata da Luigi Vanvitelli nel 1753, ma da almeno dieci anni era già sede di un allevamento equino che ha dato il nome alla pregiata razza Persano che tanto successo avrà anche nei secoli successivi.
Nella splendida e suggestiva casina borbonica, - così nella nota stampa - il vice presidente del Centro Studi della Provincia di Caserta “Antica Terra di Lavoro” Aps, Tommaso Tartaglione, ha accompagnato nel Real Sito di Persano, comune di Serre (provincia di Salerno), il direttore del Palazzo reale di Milano, Domenico Piraina, e il responsabile della valorizzazione della residenza reale milanese, Simone Percacciolo, giunti a Caserta per il convegno internazionale organizzato in occasione del 250° anniversario della morte di Luigi Vanvitelli e intitolato “Il genio, l’eredità. 1773-2023”.
Guidati dal Graduato Aiutante Teodoro Siano, che ha descritto la storia del Sito, gli ospiti sono stati calorosamente accolti dal Comandante Colonnello Gianluca De Matteis e dal Sottufficiale di Corpo 1° Luogotenente Ezio Chiaino. Il sito di Persano e la relativa riserva di caccia, infatti, rientrano oggi in un’area militare chiusa al pubblico, estesa per oltre 16 kmq, in cui ha sede il Reggimento Logistico “Garibaldi”, unità appartenente alla Brigata bersaglieri “Garibaldi” il cui Comando Brigata è ubicato in Caserta.
Dopo la visita alla Cappella palatina, edificata in onore di Santa Maria delle Grazie, con le due particolari cupole ellittiche, il percorso è proseguito sullo scalone monumentale accolti da Diana, una scultura in marmo rappresentante il cane da caccia del re con inciso il nome sul collare. Una sequenza di sale con cimeli militari di varie epoche insieme a stampe antiche hanno illustrato l’importanza del luogo ai privilegiati visitatori che hanno potuto anche ammirare, dalla terrazza dell’edificio, la bellissima e sconfinata piana del Sele con in lontananza i templi di Paestum e il golfo di Salerno.
Il pomeriggio è terminato con un piccolo quanto gradito rinfresco nell’ufficio del Comandante Colonello De Matteis dove il direttore Piraina ha lasciato una dedica firmata e dove gli ospiti sono stati omaggiati anche della riproduzione dello stemma del Reggimento Logistico “Garibaldi” recante il motto «Nel nome la guida».
Prima di essere riaccompagnati al cancello d’ingresso, l’appassionato 1° Luogotenente Chiaino ha voluto mostrare un’ultima sorpresa: l’antico orologio a pendolo a carica manuale con una distanza tra meccanismo e lancette di oltre 9 metri e una profondità di ben 15 metri in cui si calano i pesi che ne permettono il funzionamento.
Sentimenti di gratitudine verso i Bersaglieri che hanno saputo preservare il Real Sito da furti e degrado – che pure hanno colpito nel tempo molte altre residenze borboniche – ed elevazione nell’osservare la bellezza e la storia di questo luogo, hanno accompagnato i visitatori nel viaggio di ritorno dal Principato Citra alla Terra di Lavoro.