«Voglio fare la polemica. Voglio dire che è una vergogna che il partito non stia facendo alcuna campagna per incentivare la gente ad andare al voto.»
Così si è sfogato oggi Andrea Orlando durante un incontro elettorale organizzato a Milano.
Uno sfogo ingiustificato? Certo che no. Il Partito Demcratico tra 7 giorni organizza delle primarie "aperte" dove chiunque paghi un obolo al partito e dichiari di votarlo alle prossime elezioni concorrerà ad eleggerne il segretario.
Ma che stranezza. Un'occasione del genere dovrebbe essere pubblicizzata dal PD in tutti i modi possibili e immaginabili, invece accade l'esatto contrario. Il Partito Democratico fa di tutto perché delle primarie se ne parli il meno possibile.
Eppure le tv, tutte, hanno più volte e in più occasioni dichiarato che avrebbero ospitato più che volentieri un confronto tra i tre candidati alla segreteria: Orlando, Emiliano e Renzi.
Ma è proprio quest'ultimo, il grande comunicatore Matteo Renzi, che si è ben guardato dal confrontarsi faccia a faccia con i suoi avversari... eccetto che sulla tv satellitare Sky, evidentemente scelta per l'audience limitato e per il target degli ascoltatori probabilmente a lui favorevole.
Per Matteo Renzi confrontarsi a più riprese in tv con i propri avversari dopo gli insuccessi "ottenuti" al governo e nel partito non sarebbe stato per lui conveniente.
Quindi, tra una settimana, il PD chiamerà a votare tutti gli italiani ad eleggere il segretario del partito, senza che abbiano la minima idea di quale siano programmi e intenzioni dei vari candidati.
Come vogliamo definirla una situazione del genere? Una pagliacciata casuale o una pagliacciata ben organizzata?