Teresa Averta, docente, teologa e scrittrice calabrese, nonché attivista di valori educativi per i diritti dell’infanzia e divulgatrice di cultura artistica e letteraria, è candidata al Premio Nazionale "Segni di Pace" 2024 per il suo importante e costante impegno nella promozione della pace e della giustizia in Italia e nel mondo. 

Gode di un curriculum letterario e artistico di tutto rispetto oltre ad avere un “curriculum umano e sociale” di alta levatura morale. L’Averta, donna e maestra, desidera attraverso il suo lavoro, l’arte e la poesia, costruire valori umani e civili nei luoghi dove mette piede o almeno far rinascere quelli sepolti da anni e secoli di odio e guerra, facendo luce sul bene che resta nascosto. Queste sono le sue parole tradotte ormai in fatti, senza enfasi e retorica.

Nel tempo, la scrittrice ha conseguito diversi Master formativi: per la formazione magistrale in Lingue Straniere, per la Didattica Narrativa nelle scuole e Metodi e Tecniche per l’integrazione dei diversamente abili. Ha un’ottima competenza informatica e pertanto creator di blog e siti educativi, podcast letterari e culturali legati al mondo dell’arte e della cultura scolastica. Attualmente si occupa di progettistica legata alla gestione corretta e legale dei social web: ha in attivo, in maniera fissa e costante, la cura di un blog educativo per l’infanzia “LEFAVOLEDITERESA”e un blog di rubrica letteraria e libri “TERESAAVERTASCRITTRICE”. 

È autrice di narrativa in lingua italiana e in vernacolo, oltre che di saggistica, poesia e letteratura per l’infanzia. Vincitrice di numerosi concorsi per la poesia e narrativa italiana classica e vernacolare. 

È attiva come podcaster nelle più note e rinomate piattaforme social e attraverso la sua voce divulga poeti e poesie, libri e classici. Cura, per diletto e passione, sul social Facebook, Instagram, Linkedin e Tik Tok, degli spazi riconosciuti come “pagine pedagogiche e culturali” più un gruppo specificatamente artistico e culturale: Magna Graecia “artisti calabresi” che si impegna a svolgere manifestazioni ed eventi di carattere sociale, legati alle tradizioni della cultura italiana e nella fattispecie agli usi e costumi delle terre del sud Italia.

Sul web, ancora collabora con “Il battello a vapore” per i progetti della letteratura per l’infanzia, con la Rivista “Confidenze” di Mondadori per articoli e racconti, con l’Espresso, casa editrice “Il mio libro” con cui, ha all’attivo diverse pubblicazioni. Collabora con Blopolis di Libreriamo sito dedicato agli scrittori italiani nonché fucina di talenti in campo letterario.

La scrittrice Averta è parte integrante dell’associazione “Rete italiana di cultura popolare -Fondo Tullio De Mauro”, come docente e autrice di testi, al fine di arricchire il contenitore “Il Fondo Tullio De Mauro”, il quale è stato ideato e realizzato con la Fondazione CRT, uno spazio aperto a tutti, in cui potersi prendere il tempo per ascoltare e dialogare, per scegliere le parole in modo corretto, per costruire insieme un'antologia di parole buone per costruire relazioni.

È stata nominata tra le docenti italiane, PORTAVOCE DELLA CITTADINANZA EUROPEA 2021 e 2022 nel progetto Europa=Noi dal Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Infine, coltiva delle passioni che sono: il canto, la drammatizzazione, la bella musica e il mare, ed è una buona amante della filosofia indiana e della cultura orientale.

Insomma, una femmina calabrese, una donna italiana, una cittadina del mondo, che scrive e opera per la pace, lotta per la pace e ricerca la pace e la giustizia ovunque si trovi. Che non è poco! Lei, sempre attenta osservatrice della realtà che la circonda con occhi lungimiranti di poeta, non può che constatare l’aspra e strana atmosfera che l’avvolge e che avvolge il nostro attuale tempo.

“Nell'attuale mondo globale è sempre più difficile sentir parlare di pace e costruire la pace; ed è evidente che si può costruire la pace solo se si assicura a tutti la possibilità di una crescita giusta e ragionevole: le distorsioni di sistemi iniqui, infatti, prima o poi, presentano il conto a tutti. Solo la stoltezza può quindi spingere a costruire castelli d’oro ma con attorno il deserto, l’aridità, la sporcizia o il degrado. La globalizzazione è invitante, importante, ma da sola è incapace di costruire la pace e, in molti casi, anzi, crea divisioni e conflitti, ingiustizie a danno dei più deboli. Essa rivela piuttosto un bisogno: quello di essere orientata verso un obiettivo di profonda solidarietà che miri al bene di ognuno e di tutti. In questo senso, la globalizzazione va vista come un'occasione propizia per realizzare qualcosa di importante nella lotta alla povertà e per mettere a disposizione della giustizia e della pace, risorse finora impensabili. Insieme si può, con arte e umanità realizzare un sogno comune: la pace, l’unica battaglia per cui valga la pena di battersi.”

È ciò che sostiene la scrittrice Averta, che la fa camminare… anzi correre nel mondo a portare semi di luce, germogli di pace, che potranno fiorire se gli uomini avranno la forza di imboccare la strada giusta verso la verità. 

Questi pensieri forti e intrisi di teologia sono un po' anche frutto dei suoi studi umanistici, teologici e letterari. Infatti, Teresa è docente di ruolo in istruzione primaria, abilitata all'insegnamento comune e lingua straniera, ma è anche laureata in Scienze Teologiche con l'idoneità all'insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado. Quest’ultimo indirizzo di studio l’ha fatta crescere e maturare in diversi campi sociali dove lei opera e l’ha spinta a scrivere saggi come “La Teo-poietica: il temporaneo annunciarsi dell’eterno nell’arte contemporanea” un’opera in cui si slancia un grande interrogativo: come può, l’uomo di oggi, tornare a vivere l’arte nel mondo contemporaneo e riacquistare la pace, lo strumento di cui abbisogna l’anima per creare mondi nuovi e incantati? L’autrice attraverso questo saggio teologico - poetico, ci spiega che l’arte può risorgere se riuscirà a schiudere le facoltà, dopo l’onta della cecità, per rinnovare quello che si era ossificato. La poesia, come ogni forma d’arte, può restituire all’umanità: bellezza, bontà, equilibrio, pace. Sì, pace, segni di pace in ogni luogo e in ogni terra, dove lo sguardo dell’uomo si può posare sulle macerie, lì dove, rimane muto e avvilito, ma dopo si alza, si sveglia e persevera nel suo viaggio cercando avidamente la sorgente dell’Altrove. 

La scrittrice Averta analizza il quadro mondiale dal suo punto di vista artistico e umano e sostiene che “la pace, oggi, più che in ogni altra epoca, è minacciata, oscurata, scartata, gettata via come fosse un “qualcosa” da cui poter farne a meno. La guerra, un'altra o l’unica seria minaccia per la pace, non deve spaventarci: molte persone, anzi, intere popolazioni vivono oggi in condizioni di estrema povertà. È vero. La disparità tra ricchi e poveri s'è fatta più evidente, anche nelle nazioni economicamente più sviluppate. Si tratta di un problema che s'impone alla coscienza dell'umanità, giacché le condizioni in cui versa un gran numero di persone sono tali da offenderne l’originale dignità e da compromettere, conseguentemente, l'autentico ed armonico progresso della comunità mondiale, ma tutto ciò non deve e non può fermarci o bloccarci nella ricerca continua e costante della pace nel mondo. In questo contesto, combattere contro la guerra per la pace, significa lottare contro la povertà per il ben-essere di tutti, che implica un'attenta considerazione del complesso fenomeno della globalizzazione. Il richiamo alla globalizzazione dovrebbe, però, rivestire anche un significato spirituale e morale, sollecitando a guardare ai poveri nella consapevole prospettiva di essere tutti partecipi di un unico progetto divino, quello della vocazione a costituire un'unica famiglia in cui tutti – individui, popoli e nazioni – regolino i loro comportamenti improntandoli ai principi di fraternità, uguaglianza e responsabilità.”

Il Premio Nazionale "Segni di Pace" si inserisce a pieno titolo in questa importante e consapevole ricerca, guidato e promosso da una coalizione di organizzazioni della società civile, riunite ne "La Cattedra della Pace" presieduta da Renato Ongania, che indica e suggerisce persone meritevoli per il Premio Nobel per la Pace, su approvazione del Norwegian Nobel Institute. Segni di Pace accoglie, riconosce e celebra l’impegno, l’attivismo e la dedizione di tutti coloro che in campo lavorativo e sociale, o anche individuale si sono distinti nella promozione della pace e della giustizia, attraverso una vasta gamma di iniziative e attività nelle loro città e nazioni. 

L’operato di Teresa Averta, come di altri candidati al prestigioso premio è stato considerato buono e meritevole alla luce delle sue doti umane e morali, del suo instancabile impegno lavorativo a favore del mondo dell’infanzia e dei diversamente abili, nonché del suo infinito amore per la poesia, che la sta portando a valicare i confini del mondo, dove scriverà ancora parole di giustizia, verità e pace.