In una lettera inviata a Joe Biden lo scorso 20 aprile, 19 legislatori repubblicani hanno dichiarato al presidente degli Stati Uniti che in futuro non sosterranno più pacchetti di aiuti all'Ucraina a meno che questi non siano collegati a una chiara strategia diplomatica progettata per portare questa guerra a una rapida conclusione.

"Esistono modi appropriati in cui gli Stati Uniti possono sostenere il popolo ucraino, ma forniture illimitate di armi a sostegno di una guerra senza fine non è uno di questi", si legge nella lettera. "I nostri interessi nazionali, e quelli del popolo ucraino, saranno meglio serviti incentivando invece l'avvio di negoziati che sono ormai necessari per arrivare ad una soluzione del conflitto".

Chi sono i congressisti Usa che adesso sostengono praticamente le stesse posizioni di alcuni partiti e movimenti italiani? 

Sedici i repubblicani della Camera dei Rappresentanti:  Eli Crane,  Paul Gosar e Andy Biggs dell'Arizona; Mary Miller dell'Illinois, Matt Gaetz e Anna Paulina Luna della Florida, Dan Bishop della Carolina del Nord, Barry Moore dell'Alabama, Lauren Boebert del Colorado, Tim Burchett e Andy Ogles del Tennessee, Ralph Norman della Carolina del Sud, Matt Rosendale del Montana, Marjorie Taylor Greene e Mike Collins della Georgia e Josh Brecheen del Texas.

Tre i senatori GOP: Rand Paul (Kentucky), Mike Lee (Utah) e JD Vance (Ohio).

I congressisti, tra l'altro, hanno accusato Biden di aver adottato una politica di "aiuti sfrenati" all'Ucraina, senza tener conto delle implicazioni per la sicurezza nazionale e degli interessi degli alleati europei. Hanno anche sostenuto che gli aiuti statunitensi hanno incoraggiato l'Ucraina a intraprendere azioni provocatorie e irresponsabili nei confronti della Russia, aumentando il rischio di un conflitto armato.

Per questo, nella lettera chiedono a Biden di rivedere la sua strategia nei confronti dell'Ucraina e di consultare il Congresso prima di autorizzare ulteriori invii, esortando anche il presidente a impegnarsi in un dialogo diplomatico con la Russia per ridurre le tensioni e trovare una soluzione alla crisi.

Gli aiuti Usa inviati a Kiev vengono esauriti dall'Ucraina nel giro di poche settimane, tanto che nell'ultimo mese sono stati sparati più proiettili di artiglieria da 155 mm  di quanti gli Stati Uniti ne possano produrre in sei. Idem per i javelin... quelli finora consegnati all'Ucraina sono più di quanti se ne possano fabbricare in quattro anni.

Se gli Stati Uniti dovessero alla fine arrivare ad uno scontro diretto con la Russia, ipotizzano i congressisti, i soldati americani potrebbero non avere armi sufficienti per la loro difesa e per quella della nazione.

Quindi, il prossimo pacchetto di aiuti che Biden vorrà inviare a Kiev, considerando che alla Camera i democratici non hanno la maggioranza non potrà non tener conto di queste premesse.

Potrà questa novità costituire una svolta per la guerra in Ucraina? E con quali risultati?