Elena Alekseevna Khusyaynova è una cittadina russa di 44 anni ed è diventata la prima persona ad essere accusata di aver tentato di interferire con il risultato delle prossime elezioni di inizio novembre, in cui gli americani rinnoveranno gran parte dei seggi del Congresso, la cui maggioranza è nelle mani dei repubblicani.

La Khusyaynova era a capo del Progetto Lakhta, avviato nel 2014 e finanziato da un oligarca russo vicino al presidente russo Putin, utilizzando due aziende da lui controllate.

L'oligarca è Evgeny Viktorovich Prigozhin e le sue due aziende, lo scorso febbraio, sono entrate a far parte anche dell'indagine - separata - del consigliere speciale Robert Mueller, relativa alle presidenziali del 2016, in cui Hillary Clinton sarebbe stata screditata per favorire l'elezione di Donald Trump.

Secondo l'accusa, i russi starebbero effettuando una vera e propria guerra di propaganda, soprattutto - ma non solo - utilizzando i social media, per alimentare sfiducia nel sistema politico americano, cercando di inasprire il dibattito su argomenti che possono generare e aumentare le divisioni, come, ad esempio, quelli legati all'etnia e all'uso delle armi.

Elena Khusyaynova gestiva finanziariamente il Progetto Lakhtaha utilizzando un budget di 35 milioni di dollari che le ha consentito, da gennaio 2016 a giugno 2018, di condurre delle campagne simili a quella in Usa anche in Europa ed in Ucraina.

La Khusyaynova, che risiede a San Pietroburgo, non è stata arrestata e pertanto non è sotto custodia negli Stati Uniti. Il suo finanziatore, Evgeny Prigozhin, è soprannominato dai media russi il "cuoco di Putin", perché è lui che, grazie alla sua attività di catering, organizza i banchetti per il leader russo, in occasione di cerimonie ufficiali e summit con personalità politiche internazionali.

L'inchiesta è stata resa nota venerdì con una dichiarazione congiunta dei massimi vertici della sicurezza interna degli Stati Uniti, nella convinzione che rivelare i tentativi in atto di influenzare il voto serva da deterrente per chi abbia intenzione di fare altrettanto.

Adesso, però, noi europei non possiamo ignorare il rischio, che probabilmente dovrebbe definirsi certezza, che quanto organizzato dai russi contro gli Stati Uniti non stia avvenendo proprio in questo momento anche in Europa, con le elezioni per il rinnovo del Parlamento Ue che si svolgeranno entro la prossima primavera, al fine di favorire le forze politiche populiste e sovraniste, tanto "innamorate" di Putin e di cui si può dire tutto, ma non che al primo posto nei loro pensieri ci sia il rispetto per la democrazia e per i diritti civili.