La mattina dell'11 settembre 2001, 4 aerei dell'aviazione civile americana, partiti dagli aeroporti di Boston, Newark e Dallas e diretti verso la costa ovest, vennero dirottati.

Gli aerei decollati dal Logan di Boston, dei Boeing 767, volo American Airlines 11 e volo United Airlines 175, si schiantarono su entrambe le torri  gemelle del World Trade Center a New York. Il volo American Airlines 11, decollato dal Dulles di Washington, si schiantò sul Pentagono. Infine, il volo United Airlines 93, che  avrebbe dovuto colpire il Campidoglio o forse la Casa Bianca, precipitò nei pressi di Shanksville, in Pennsylvania.

Fu un attacco organizzato da Al-Qaeda, cui presero parte 19 terroristi che, in base alle risultanze dell'inchiesta ufficiale, presero in ostaggio gli equipaggi utilizzando dei taglierini, e si misero poi ai comandi degli aerei, dirigendoli verso gli obiettivi prefissati. Solo un aereo non riuscì a raggiungere l'obiettivo perché fu fatto precipitare dai terroristi dopo che i passeggeri stavano per riprenderne il controllo.

L'inchiesta, peraltro poco accuarata e poco meticolosa fin dall'inizio, indicò subito in Al-Quaeda e nel suo capo Osama bin Laden i responsabili dell'attacco.

Molti, però, sono gli interrogativi rimasti irrisolti, tanto da far alimentare e giustificare tesi definite complottiste e che vedrebbero l'amministrazione USA dell'epoca come direttamente responsabile degli attacchi. Tesi impossibili da dimostrare, ma non tanto irrealistiche o fantasiose come invece qualcuno vorrebbe far credere.

I neoconservatori avevano trovato in Bush il loro presidente. Le loro teorie (già espresse alcuni anni prima per cercare di condizionare l'amministrazione Clinton) sull'esportazione della democrazia e sul posizionamento geopolitico degli Stati Uniti con Bush ebbero piena applicazione dopo l'11 settembre.

Agli inizi del 2001 l'economia USA era già in difficoltà a causa della bolla del mercato azionario provocata dalle cosiddette dotcom. L'azione militare seguita all'11 settembre giustificò investimenti pubblici che riguardarono non solo la spesa militare. Investimenti che consentirono di dare impulso all'economia.

Ma l'amministrazione USA avrebbe mai potuto accettare di colpire il proprio paese, causare danni e vittime per avere poi la giustificazione per fare una guerra?

In passato non era accaduto, ma era stato ipotizzato. Un documento della CIA (Operation Northwoods: Justification for US military intervention in Cuba) proposto allo staff dell'amministrazione Kennedy e reso pubblico negli anni '90, ipotizzava in dettaglio degli attacchi sul suolo americano, utilizzando anche aerei, fatti passare come se fossero stati organizzati e compiuti dai cubani.

A questo bisogna aggiungere molte stranezze cui l'inchiesta ufficiale dopo l'11 settembre non ha voluto o saputo rispondere in maniera chiara o almeno passabilmente logica:  l'ingresso di alcuni dei terroristi coinvolti negli attacchi favorito dai servizi di sicurezza americani; la possibilità che i terroristi siano stati in grado di dirigere e soprattutto manovrare aerei di tale dimensione e peso senza avere un adeguato addestramento e neppure un minimo supporto al volo per la rotta da seguire; il crollo simultaneo delle torri, che dovevano essere progettate per resistere ad incidenti aerei, e quello di un edificio  adiacente che invece non era stato colpito durante gli attacchi; l'assenza di analisi sulle strutture portanti delle torri del WTC; la totale assenza di resti dell'aereo nello schianto nei pressi di Shanksville; la dinamica dell'attacco al Pentagono avvenuta simulando un atterraggio verso l'ingresso di un'ala dell'edificio in quel periodo poco frequentata a causa di lavori di rifacimento.

Per gli USA, intesi come amministrazione e come popolazione, non fu importante sapere come i fatti dell'11 settembre fossero potuti accadere, ma avere piena soddisfazione per i danni subiti e per le 3000 vittime. Così, fu ritenuto giusto e naturale limitare le libertà civili con il Patriot Act ed iniziare la guerra al terrorismo, colpendo prima l'Afghanistan e poi l'Iraq. L'Iraq, ovviamente, con l'11 settembre non ebbe nulla a che fare, ma i cittadini americani sono ancora convinti che anche quella guerra fu fatta a seguito di quegli avvenimenti. Per inciso, la guerra in Iraq, definita ufficialmente dalle Nazioni Unite come ingiustificata e pertanto inutile, fu motivata con una serie di prove volutamente inventate ed artificiosamente costruite dall'amministrazione Bush.

Al di là di chi furono i mandanti e gli esecutori delle stragi dell'11 settembre, le azioni militari che ne sono seguite hanno avuto come conseguenza l'esatto opposto di ciò che si proponevano. Esportare la democrazia è, già in partenza, un concetto di per sé illogico e contraddittorio e lo diventa ancora di più se tale intenzione è rivolta a località in cui la democrazia, storicamente e culturalmente, non sanno neppure che cosa sia.

Le conseguenze delle azioni di 15 anni fa sono: un aumento dell'instabilità internazionale in un territorio che va dal Pakistan fino al Mediterraneo; milioni di persone che premono per entrare in Europa per fuggire dalla guerra e che, oltre che dall'Africa, provengono anche, se non soprattutto, dall'Afghanistan e dalla Siria. Questo è tutto? No. il terrorismo che si voleva combattere ora si è diffuso ancora di più e colpisce con frequenza anche nel cuore dell'Europa. Adesso i terroristi non appartengono più ad al-Qaeda ma allo Stato Islamico e sono vestiti di nero, in compenso sono addirittura più crudeli e feroci dei loro predecessori.

Questa è l'eredità dell'11 settembre e delle guerre che ne sono seguite. L'attuale situazione economica e politica attuale sarebbe stata la stessa se l'11 settembre non ci fosse stato o se gli americani non avessero inziato una guerra che, e questa è l'unica cosa certa, è stata comunque insensata e inutile? Con il senno di poi, è cosa risaputa, non è possibile fare la storia e, in questo caso, non è possibile neppure poter dare risposte certe.

Infatti, è impossibile affermare che senza gli interventi militari in Afghanistan e Iraq il terrorismo islamico non si sarebbe fermato, non ci sarrebbero stati ulteriori attentati ed il mondo sarebbe stato più sicuro. Probabilmente, per altri motivi e con altre modalità, quello che abbiamo vissuto fino ad oggi sarebbe comunque accaduto.

L'unica cosa certa che possiamo dire è che tutto quello che è stato fatto dopo l'11 settembre non è servito a nulla. Non è servito a creare la democrazia. Non è servito a creare la pace. Non è servito a creare la sicurezza. Alla distruzione e ai morti americani si è aggiunta,  ma moltiplicato per centinaia di volte, altra distruzione ed altre morti. E tutto questo, e lo possiamo affermare con certezza, è avvenuto inutilmente. Anche se, per alcune persone, tutto ciò ha significato fatturato,  enormi utili e uno spropositato benessere.

Ma questo oggi non verrà ricordato. Gli americani saranno commossi nel ripetere i nomi dei loro connazionali morti nel crollo delle torri e nell'impatto degli aerei. Tutti gli americani saranno tristi, ma orgogliosi della reazione del loro paese che, indomito, continua a lottare contro il terrorismo, per la libertà.

E tutti a cantare star spangled banner con la mano sul cuore. Non è oggi il giorno per porsi delle domande, per farsi venire dei dubbi, per chiedere delle risposte. Forse è giusto così. Non è questo il giorno. Ma se non è oggi, allora quando dovrebbe essere?