Chi possiamo disturbare? Vediamo un po'...
il Polonio dell'Amleto di Shakespeare, consigliere di corte che si distingue per i suoi discorsi pieni di parole vuote e consigli banali:
la Mrs. Bennet di Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, madre frustrata e verbosamente ansiosa di maritare le sue figlie, quasi sempre senza rendersi conto di ciò che dice;
il marchese di San Ellidio del Don Chisciotte di Cervantes, personaggio noto per la sua tendenza a parlare continuamente, senza alcun senso, e per la sua abitudine di raccontare storie che non hanno nulla a che fare con la realtà;
il Re di Cuori di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll, famoso per ordinare decapitazioni a destra e a manca e per il suo modo di parlare incoerente e irrazionale;
e dallo stesso libro il Gatto che ride, noto per i suoi discorsi ambigui e enigmatici, che spesso lasciano Alice confusa e frustrata.
Ci sarebbe anche il cugino Achille de Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, ma lui sarebbe un riferimento sbagliato perché, nonostante la sua inclinazione a parlare a sproposito, riesce comunque a farsi notare per la sua intelligenza e perspicacia... ma questo non è certo il caso di Matteo Salvini, segretario di partito, ministro, vicepresidente del Consiglio e, soprattutto, parolaio, nel senso di persona che parla molto e che fa discorsi futili.
È vero, utilizzare dei riferimenti culturali per descrivere Matteo Salvini parrebbe eccessivo, ma in fondo non è neppure così sbagliato, visto che ormai è diventato lui stesso un punto di riferimento per indicare una persona che parla sempre e, puntualmente, lo fa sempre a sproposito.
Lo dimostra l'ultima uscita di queste ore (riportata dall'Ansa), rilasciata a margine di un convegno sul trasporto pubblico locale a Milano:
"In Russia hanno votato, ne prendiamo atto. Quando un popolo vota ha sempre sempre ragione, le elezioni fanno sempre bene sia quando uno le vince sia quando uno le perde. Io, quando le perdo, cerco di capire dove ho sbagliato e come fare meglio la prossima volta. Ci sono state delle elezioni, prendiamo atto del voto dei cittadini russi, sperando che il 2024 sia l'anno della pace. ...Mi preoccupa che qualche leader europeo parli - come se fosse naturale - di esercito, di guerre, di militari da mandare a combattere perché la terza guerra mondiale è l'ultima cosa che voglio lasciare in eredità ai miei figli, mi riferisco evidentemente a Macron".
Si potrebbe chiedere a Salvini in che veste abbia rilasciato tali dichiarazioni, se da segretario di partito, oppure da ministro, oppure da vicepresidente del Consiglio, se abbia parlato a titolo personale o a nome del governo... insomma si potrebbe chiederglielo nel caso non fosse un parolaio... ma essendo un parolaio è praticamente inutile, perché non saprebbe neppure che cosa rispondere, purché riesca a comprendere il significato della domanda.