Venerdì è salito a 11 il numero dei palestinesi uccisi in Cisgiordania dalle forze di occupazione israeliane, che hanno contenuto con le armi le manifestazioni di protesta per l'ennesimo massacro che lo Stato ebraico sta compiendo a Gaza.

Sabato è il sesto giorno di guerra tra Hamas e Israele, che, la notte scorsa, in un bombardamento ha sterminato una famiglia di 7 persone, colpendo una casa nel campo profughi di Shati a Gaza City.

Gli F16 israeliani hanno distrutto la casa di tre piani della famiglia Abu Hatab uccidendo tutti i suoi sette membri, ad eccezione di un bambino di pochi mesi che è miracolosamente sopravvissuto al massacro. Altri 25 civili palestinesi nelle case vicine sono rimasti feriti, mentre non è escluso che il numero delle vittime possa aumentare, dato che i soccorritori stanno ancora scavando tra le macerie.

Gli ultimi bollettini riferiscono che è salito  a 136 il numero di palestinesi uccisi dall'inizio dei bombardamenti israeliani a Gaza, tra cui 31 bambini e 20 donne, mentre sarebbero più di mille i feriti.

Hamas durante la notte, secondo fonti israeliane, ha lanciato circa 200 razzi diretti sulle città di Ashdod e Beersheba, ma non ci sono state notizie di vittime.

Questa mattina carri armati e navi dell'esercito israeliano hanno bombardato varie località sia a nord che a sud della Striscia di Gaza. I carri armati, piazzati lungo il confine della Striscia, hanno sparato decine di proiettili di artiglieria contro presunti obiettivi palestinesi a est delle città di Khan Younis e Beit Hanoun, mentre le navi israeliane hanno diretto i loro colpi sia contro le imbarcazioni palestinesi che contro località a ovest di Gaza City e Deir al-Balah nel centro della Striscia.

A Gaza continua a mancare l'elettricità. Settori vitali nella Striscia sono ormai al collasso perché otto delle principali linee di distribuzione di corrente elettrica delle 10 provenienti dal lato israeliano sono state gravemente danneggiate dai  bombardamenti dell'esercito di Tel Aviv.