1) Ci hanno fatto scoprire chi e cosa fosse in realtà Putin, ossia colui che fino al 23 febbraio sera era considerato uno statista lungimirante e soprattutto un partner politico-commerciale affidabile. Inducendoci a prendere atto che quando un "leader" riesce ad agire in modo da poter rimanere al suo posto "a vita" bisogna cominciare a diffidare sempre e comunque.

2) Grazie all'esempio di resistenza totale e popolare (almeno per quello che ci è dato osservare) ci mostra come la libertà e l'autodeterminazione vadano oltre ogni calcolo di convenienza.

3) La loro resistenza, inducendo la Russia a dosare (si fa per dire) le forniture di gas e petrolio, ci ha finalmente convinti che dobbiamo fare di tutto per ridurre, fino ad eliminare completamente, ogni tipo di "dipendenza" e ci ha sbattuto di fronte, per esempio, le cretinate burocratiche che hanno fino ad oggi impedito il massiccio ricorso alle fonti alternative di energia (oggi occorrono anni per avere l'autorizzazione ad istallare pannelli fotovoltaici grazie alla necessità di dover far intervenire nel processo almeno 4 o 5 dicasteri diversi!)

4) L'aumento dei prezzi conseguente all'innalzarsi delle difficoltà di approvvigionamento dovute alla guerra ci sta inducendo a ridurre gli sprechi ai quali ci siamo stupidamente abbandonati fino a ieri e si spera che le mammine siano d'ora in avanti obbligate a ripresentare ai pargoli e al maritino gli avanzi del giorni prima, anziché semplicemente buttarli (esempio ovviamente di carattere generale che va rimodulato a seconda della composizione dei vari nuclei familiari e applicato ad ogni tipo di consumo).


Col passare dei giorni i motivi per dire grazie agli ucraini sicuramente aumenteranno di numero e significato, basterà saper guardare nel modo giusto e trarre le debite conseguenze, motivi che ci dovranno obbligare, a guerra finita, a fare ogni sacrificio per aiutare gli ucraini a rimettere in sesto il loro paese, tutti noi, a loro dobbiamo troppo.