Cinque anni di lavoro, migliaia di pagine per i 17 volumi del Rapporto della Commissione pubblica sugli abusi sui minori in Australia: il 62% dei casi riguarda la Chiesa cattolica.
Con dati scioccanti. Oltre 15mila le persone che hanno raccontato le loro storie di abusi subiti nelle chiese, negli orfanotrofi, nelle scuole, nei circoli sportivi e in gruppi giovanili; nel mirino sono finite 4mila istituzioni, molte entità cattoliche. Con i preti in cima alla lista degli indagati.
Oltre 2.500 le segnalazioni effettuate alla polizia e 230 le inchieste avviate, 41.770 chiamate per soccorso e 60mila sopravvissuti con diritto al risarcimento.
Al termine di un lavoro certosino effettuato dalla Commissione, emerge che la pedofilia «rappresenta una tragedia nazionale». L’Australia, si legge, «è venuta meno in modo grave ai suoi doveri di proteggere i bambini».
Non si è trattato, si legge nel report, di poche «mele marce». «Altre istituzioni hanno avuto molti pedofili», ma tra i preti cattolici il problema «è così diffuso, e la natura dei crimini così odiosi, che è difficile da comprendere».
Anche alla Radio Vaticana padre Hans Zollner, della commissione pontificia per la tutela dei minori, mette in luce che «nella Chiesa c’è un numero di vittime sproporzionatamente grande rispetto ad altre istituzioni.»
E se lo dicono loro...