La lotta alla Mafia secondo Meloni? Il taglio dal Pnrr di 300 milioni destinati a valorizzare i beni confiscati alla criminalità organizzata
"Grave la decisione del Governo di cancellare dalle misure del Pnrr quella dedicata alla valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Parliamo di 300 milioni di euro stanziati nel novembre 2021 per i quali era già stata pubblicata la graduatoria definitiva di ammissione al finanziamento degli enti locali.Se per questo governo la lotta alle mafie è una priorità, è inconcepibile che la cancellazione del più grande investimento su questi beni pubblici degli ultimi 40 anni sia avvenuta così velocemente; soldi che sarebbero diventati asili nido, centri antiviolenza, presidi di mutualismo e legalità in territori colpiti dalla violenza mafiosa.Una scelta sbagliata che penalizza tutte quelle Amministrazioni comunali che in questi mesi hanno progettato, impiegato risorse pubbliche e attivato manifestazioni di interesse con l'ANBSC, e improvvisamente, si trovano senza risorse previste per trasformare il tesoro dei boss in beni pubblici per la comunità. Quello che doveva essere un investimento per gli enti locali si è trasformato in uno spreco di risorse pubbliche e di tempo lavorativo".
Questa la nota di Libera, l'associazione fondata da Don Ciotti, a commento della decisione del Governo, comunicata ieri dal ministro Fitto, di cancellare dal Pnrr 300 milioni di euro di fondi destinati a valorizzare i beni confiscati alla criminalità organizzata.
"Un colpo di spugna - fa presente Nicola Fratoianni di AVS - con cui viene cancellato il più grande investimento degli ultimi 40 anni. Luoghi che sarebbero diventati asili nido, centri antiviolenza, centri servizi, presidi di mutualismo e legalità, oggi non hanno più un euro.L'ennesima occasione buttata, come tutto il lavoro svolto da novembre 2021 delle amministrazioni comunali per aggiudicarsi questi fondi. Lo dico spesso, di fronte a scelte scellerate come questa, ricordare Falcone, Borsellino e le vittime di mafia diventa ritualità vuota.E d'altra parte, le offese di Salvini a Don Ciotti di qualche giorno fa e la messa in discussione del reato di concorso in associazione mafiosa sono segnali pessimi che questo governo continua a dare. Ma non si vergognano mai?"
Da registrare, sullo stesso argomento, una nota dell'Osservatorio civico Pnrr, promosso da ActionAid e da Cittadinanzattiva e a cui aderiscono decine di realtà sociali in cui si ricorda che l'intero impianto di proposte sono state adottate senza consultare la società civile, che da mesi chiede di essere ascoltata dal Governo.
“I tempi per consultarci c'erano. Infatti, negli ultimi mesi sono stati numerosissimi gli incontri della Cabina di Regia (organo della governance operativa del Piano) che hanno coinvolto non solo attori istituzionali. E l'Osservatorio civico PNRR? No, l'Osservatorio non è stato ritenuto degno di essere ascoltato dal governo, nonostante fossimo l'unico soggetto della società civile, insieme al Forum Terzo Settore, a sedere come membro della Cabina di Regia”, spiegano le associazioni. Un esempio eclatante riguarda proprio il nuovo Capitolo Repower EU. Il 29 maggio scorso l'Osservatorio civico PNRR, insieme alla campagna Dati Bene Comune, ha inviato delle precise raccomandazioni al governo, per le quali ci aspettavamo di essere ascoltati. Soprattutto perché il Governo ha creato uno specifico Gruppo Tecnico Repower Eu (interministeriale), trovando anche il tempo e il modo per organizzare ben 13 riunioni della Cabina di Regia con Sindacati, Rappresentanti Datoriali e Associazioni di categoria, nonché con Enel, Eni, Snam e Terna. “E la società civile? Assente! È quindi legittimo da parte nostra chiederci quale Italia di Domani si vuole costruire; perché rimaniamo convinti che senza i cittadini e le cittadine ci sarà ben poco Domani e, purtroppo, anche ben poca Italia”, continuano le associazioni. Le proposte di modifica toccano temi prioritari per la cittadinanza. Si pensi solo alla Missione 2 (ambiente): il Governo propone l'eliminazione di ogni riferimento al sismabonus, la modifica del target su monitoraggio e rischio idrogeologico, nonché il definanziamento della misura sulla gestione del rischio alluvione e idrogeologico (spostati nelle promesse sulla ricostruzione in Emilia-Romagna). “Si continua a pensare ad un PNRR che non debba coinvolgere la “fastidiosa” cittadinanza, che invece da tempo fa proposte concrete rimaste senza risposta. È inaccettabile che le modifiche ad un piano che dovrebbe radicalmente cambiare il destino del nostro Paese siano state discusse a porte chiuse, senza coinvolgere le numerose realtà della società civile che quotidianamente nei territori lavorano a tutela dei diritti di tutti e tutte, arrivando spesso laddove le istituzioni non riescono”, concludono dall'Osservatorio.
Nella proposta di modifica illustrata da Fitto, il Governo rinuncia a quasi 16 miliardi di euro sui 191,5 miliardi di fondi stanziati, relativi a circa 144 misure. Le opere, a detta del ministro del Pnrr, saranno comunque realizzate, finanziate con altre risorse di cui però nessuno conosce origine e provenienza.