"Darò tutto per la Juve, non voglio deludere nessuno e anzi voglio fare un lavoro giusto, un lavoro giusto che va fatto. Le emozioni ci sono chiaramente, perché la Juve è un club che tutti vorrebbero venire ad allenare. 

C’è voglia di lavorare, di fare bene, di riuscire a raggiungere l’obiettivo che sappiamo tutti qual è. Credo tanto in questa squadra perché ci sono giocatori forti, sappiamo qual è il momento, c’è poco tempo per lavorare. Ieri sono arrivati i nazionali e abbiamo fatto un primo allenamento però non ci sono scuse. Nella mia vita mai ho cercato scuse, io cercavo le sfide. Cerco giocatori a cui dare responsabilità. 

Vlahovic è un giocatore fortissimo e sono felice di allenarlo, ha tutte le caratteristiche per essere un grande giocatore. Abbiamo parlato e ci siamo messi a lavorare, lui e Kolo sono giocatori forti, possono giocare insieme come possono fare uno spezzone ciascuno, l'importante è avere calciatori forti. Stesso discorso vale per Yildiz e Koopmeiners, quando uno è forte può giocare ovunque. Proverò a trovare le posizioni giuste per far rendere di più i giocatori.

Ho visto tutti i ragazzi dispiaciuti, quando un allenatore va via è anche responsabilità loro. Allo stesso momento li ho visti molto vogliosi, motivati di ripartire. Cosa bisognerà risolvere? Quasi sempre non è né bianco o nero, anche se siamo bianconeri. Ho iniziato ad allenare abbastanza presto per gli infortuni, sono già tanti anni anche all'estero. 

Posso essere un po' particolare, ma faccio le scelte col cuore. Vengo, contratto o non contratto, se sento che è giusto proseguo, se non è giusto vado a casa. Si vive il presente, anche questo lavoro qua. Avere 10 anni di contratto cambia poco. Sabato c'è la gara, ci motiviamo, non possiamo controllare quello che c'è in futuro. Oggi vivo l'allenamento di oggi, devo parlare coi giocatori, questa è la vita dell'allenatore.

Quando sei alla Juve devi vincere e crescere in fretta. Quando sei alla Juve non frega a nessuno niente, se sei giovane o vecchio, devi essere forte. Questo è un lavoro per tutti, io ho sempre detto che la Juve è un club che sceglie le persone giuste, questa è la forza della Juve.  Se si sbaglia persona, non si fa bene.  Qua c'è sempre stata questa forza, a partire dalla gente sopra. 

La cultura di lavoro qui è quello che mi è stato dato qua, vivendo 7-8 anni qua. Qua ho conosciuto la cultura del lavoro di Del Piero, Zidane e Montero.  Si gioca la Champions mercoledì e si vince, si gioca con una meno forte, nel riscaldamento era una roba pazzesca, quella squadra piccola c'era una voglia quasi maggiore. Questo ho provato a trasmettere sempre e voglio farlo anche adesso.

Il capitano sarà Locatelli, è un ragazzo a posto, ha le doti giuste per fare il capitano, ma tutti devono prendersi le responsabilità. Ora bisogna lavorare su tutti e dare un po' di spensieratezza, allo stesso tempo dare anche qualcosa dal punto di vista tattico, però bisogna andare forte, dobbiamo mettere il casco e pedalare. Non dobbiamo rinunciare a niente. 

Io voglio gente che si diverta, voglio sempre fare un gol in più. Mi piace attaccare con tanti, ma non voglio nemmeno prendere gol. Il lavoro deve essere completo, il calcio deve andare in una direzione che lo renda sempre più interessante, ma non bisogna trascurare l'equilibrio.
I tifosi sono sempre stati importanti e sono sicuro che sabato ci supporteranno, perchè il club si ama anche e soprattutto in momenti come questo.

Quando sono arrivato ho raccontato alcuni aneddoti da calciatore a Perin. Io ero un giovanotto di 20 anni, c'è Zidane negli spogliatoi, mi metto lì ad aspettare la terapia, uno si alza ed è il mio turno. Vedo Zizou e vado via, ma lui mi sposta e mi dice: tocca a te, io vengo dopo, questo fa capire l'umiltà.

Altra bella: tolgo le calze dopo l'allenamento e le butto via tutte arrotolate, viene Del Piero, le raccoglie, le piega e mi dice: guarda devi metterle così, c'è Romeo (ex magazziniere della Juventus) che poi li deve girare. Perché fai così? Non ti costa niente. Sono due cose belle che rappresentano quello che è l'umiltà.

La squadra la senti, l'annusi, parli, senti cosa dicono i giocatori. Cuore e appartenenza sono fondamentali, ma non si vince con quello, sennò portiamo il più grande tifoso e facciamo allenare lui. I giocatori sono grandi protagonisti, li devi far rendere al massimo. Il giocatore capisce tutto, come è fatto uno, come è fatto l'altro allenatore, se vede una cosa con quella un allenatore perde o guadagna credibilità. 

Se tutti vieni e metti solo il cuore dicendo forza Juve... così non si vince, si vice se fai le cose giuste.Non mi va di commentare quello che è successo prima, nel senso io mi metto a lavorare e vedremo. Spiegare perché una cosa c’era o non c’era non è neanche educato da parte mia. 

Mi piacciono i calci piazzati ed è un assetto importante sia difensivo che offensivo. Lo sarà sempre di più, si guadagnano punti, si muove la classifica con i calci piazzati.  È una parte che diventa sempre più importante nel calcio di oggi. Si deve lavorare forte su questo aspetto.

Sono stato allenato da grandi allenatori, ma Lippi mi ha portato alla Juventus. Quando penso a lui, il suo modo di comunicare e gestire lo spogliatoio, io penso alla Juventus".

Igor Tudor si è presentato così come nuovo allenatore della Juventus.