Trump e i senatori repubblicani ancora alle prese con l'insolubile problema della riforma sanitaria
Continua ad essere un rebus insolubile la riforma sanitaria per Donald Trump. Al Senato, dove la nuova legge cerca di ottenere la prima approvazione, si dibatte ancora su un testo che possa trovare d'accordo l'esigua maggioranza repubblica costituita da 52 senatori contro i 48 dei democratici che, però, hanno le idee chiare su un punto che li trova tutti quanti d'accordo e uniti a differenza dei colleghi dell'altro schieramento: votare contro qualunque testo possa modificare l'attuale legislazione voluta da Barack Obama.
Una posizione che garantisce un'ottima base di resistenza per l'Affordable Care Act (ACA) ed il Medicaid licenziati a supporto di quegli americani che altrimenti non avrebbbero una copertura sanitaria.
Sebbene la necessità dettata dalla contrapposizione politica indichi ai repubblicani di stralciare l'Obamacare, slogan delle ultime campagne presidenziali compresa quella di Donald Trump, il pragmatismo ha però il sopravvento sulla propaganda.
Infatti, sebbene alcuni senatori repubblicani siano contrari alla legge perché ritenuta troppo "morbida" rispetto alla loro impostazione di ultrà del liberismo, ve ne sono altri che invece si oppongono a causa del fatto che la legge nel giro di qualche anno non tutelerebbe più oltre 20 milioni di americani.
I senatori degli Stati che finiribbero per risentire più di altri di questa situazione non hanno pertanto alcuna intenzione di annullare un livello minimo di assistenza ai loro amministrati, anche per le ripercussioni sociali che, a catena, potrebbero far peggiorare le condizioni di vita del loro territorio.
La riforma sanitaria modificata per l'enensima volta da Mitch McConnell, che rappresenta i senatori repubblicani, non sembra risolvere tutte le precedenti perplessità rispetto all'ultima stesura. Anzi, questa volta, ad aumentarne dubbi e preoccupazioni, si sono aggiunte alcune compagnie di assicurazione timorose di vedere diminuire i loro profitti, oltre ad alcune associazioni della categoria dei medici.
Comunque, una parola importante sul nuovo testo la potrà fornire il giudizio che ne darà il CBO (Congressional Budget Office), ente terzo non legato ai partiti che esprimerà un parere imparziale sulle conseguenze che potrebbe avere l'applicazione dell'ultima versione di riforma sanitaria presentata da McConnell. Infatti, si deve al CBO la valutazione che la soppressione dell'Obamacare avrebbe avuto come conseguenza la perdita dell'assistenza medica per 22 milioni di persone entro i prossimi 10 anni.
Il nuovo parere che dovrebbe essere espresso entro la prossima settimana, permetterà di capire se la riforma sanitaria voluta dai repubblicani potrà, almeno al Senato, essere votata prima delle vacanza di agosto - anche in America il Congresso chiude per ferie - oppure se tutto sarà rimandato con un ulteriore calo di credibilità per Trump e le sue capacità decisionali.