Per salvare l’habitat naturale, dimora di tutti gli esseri viventi, non sono sufficienti le conferenze mondiali, come quella che attualmente si sta svolgendo a Sharm el Sheik; ma risultano rilevanti quelle azioni, che in grado di salvare una pianta, una radura o un animale, contribuiscono a rendere il nostro pianeta un mondo migliore, nel quale vivere.

È il caso del decatleta milazzese Giovanni Torre, da tutti noto col soprannome “No limits” per il suo curriculum multisportivo: nel corso di un allenamento nella località Tono egli s’imbatteva in un piccione, le cui zampe erano impigliate da un filo di lenza, che obbligava il volatile a non poterle usare bloccandolo dai movimenti.

Dopo svariati tentativi falliti per acciuffarlo, Giovanni Torre s’inventava una tecnica utilizzando un tre ami, che con molliche di pane ed un colpo felino lo aggancia proprio in quel filo di lenza tra le zampe. Dopo averlo avvicinato e confortato, riuscì a liberarlo dal filo. “Enzino” il piccione (battezzato Enzino da Lenzino/Lenza) aveva riportato notevoli ferite e il suo volo era sempre a sprazzi e breve; ma grazie alle sue cure si sta riprendendo.

Sembrerebbe che “Enzino” vada a trovare sempre chi lo ha salvato da quella tortura, sulla spiaggia della ‘Ngonia aspettando le solite molliche di pane e manifestando un’espressione negli occhi di puro ringraziamento a Giovanni “No limits” Torre.

In una società indifferente, poco sensibile alle tematiche ambientali, colta dalla frenesia di conseguire profitti ed affermazioni professionali, sono i comportamenti di persone, come Giovanni Torre, che forniscono una lezione morale e materiale specialmente alle nuove generazioni, affinché attingano dal suo esempio un modello di comportamento che consenta di innalzare la qualità della vita in un mondo futuro più rispettoso verso tutti gli ecosistemi.